"Non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un'umanità più fraterna. Abbiamo bisogno di fratellanza. Rischiate, andate avanti". E' il passo cruciale del discorso rivolto da papa Francesco stasera ai giovani italiani, al termine dell'intensissimo incontro e della veglia di preghiera al Circo Massimo.
"La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede", ha detto il Pontefice. "Camminando insieme, in questi giorni, avete sperimentato quanto costa fatica accogliere il fratello o la sorella che mi sta accanto, ma anche quanta gioia può darmi la sua presenza se la ricevo nella mia vita senza pregiudizi e chiusure", ha proseguito. "Camminare soli permette di essere svincolati da tutto, ma camminare insieme ci fa diventare un popolo, il popolo di Dio. E questo dà sicurezza: la sicurezza dell'appartenenza al popolo di Dio. E col popolo di Dio ti senti sicuro, hai identità. Dice un proverbio africano: 'Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno'", ha aggiunto tra scroscianti applausi.
Erano oltre 70 mila i ragazzi e le ragazze, con le magliette colorate "Siamo qui!", giunti da tutta Italia - da 195 diocesi su 226 - in questo evento pre-Sinodo "Per mille strade, verso Roma" voluto dalla Cei per il duplice incontro con Francesco, stasera al Circo Massimo (presente anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, 'assente giustificata' la sindaca Virginia Raggi) e domattina in Piazza San Pietro. E il Pontefice, in un evento che è stato anche di grande festa - prosegue stasera con la serata-concerto e poi con la Notte Bianca nelle chiese di Roma - non si è sottratto alle domande dei giovani sui temi che stanno loro a cuore.
"I sogni dei giovani fanno un po' paura agli adulti. Forse perché hanno smesso di sognare e di rischiare, forse perché i vostri sogni mettono in crisi le loro scelte di vita. Ma voi non lasciatevi rubare i vostri sogni", ha esortato, perché "un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato", mentre peggio ancora sono "i giovani da divano", o quelli "senza sogni che vanno in pensione a 20-22 anni". E per fare l'esempio di un giovane che "sognava in grande", il papa ha scomodato l'esempio del santo da cui ha preso il nome: "Si chiamava Francesco, ha cambiato la storia dell'Italia".
E sempre sullo stesso tema, un 'no' assoluto, un ammonimento forte: "'Padre, dove posso comprare la pastiglie che mi fanno sognare?' No, quelle no! Quelle ti addormentano il cuore, ti bruciano il neurone, ti rovinano la vita". Per il Papa, poi, entrando nelle scelte di vita, sempre sollecitato dalle domande dei ragazzi: "L'amore non tollera mezze misure. O tutto o niente. E l'amore, per farlo crescere, non vuole scappatoie: l'amore dev'essere sincero, aperto, coraggioso. E nell'amore tu devi mettere tutta la carne sulla grigliata, così diciamo noi in Argentina".
Ce n'è, e non poteva essere altrimenti, anche per la Chiesa. "La Chiesa senza testimonianza è soltanto fumo", ha avvertito, con parole dure. "Dove non c'è testimonianza non c'è lo Spirito Santo", ha insistito. "Lo scandalo è una Chiesa formale, non testimone. Lo scandalo è una Chiesa chiusa", ha detto ancora Francesco, tornando a condannare "il nostro modo di essere clericali. Tocca tutti noi. Il clericalismo è una perversione della Chiesa".