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Pedofilia: O'Malley, su caso McCarrick non bastano scuse

"Servono procedure chiare per denunce abusi vescovi o cardinali"

   "Questi casi ed altri richiedono più che delle scuse. Essi sollevano il fatto che quando vengono presentate accuse contro un vescovo o un cardinale, esiste ancora un divario importante nelle politiche della Chiesa in materia di condotta sessuale e abuso sessuale". Lo afferma il cardinale di Boston Sean O'Malley, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, sul caso del cardinale Theodore McCarrick, 88/enne vescovo emerito di Washington, accusato di abusi su minori e atti sessuali verso seminaristi adulti.

   "Mentre la Chiesa negli Stati Uniti ha adottato una politica di tolleranza zero per quanto riguarda l'abuso sessuale dei minori da parte dei sacerdoti - dice O'Malley in una nota -, dobbiamo avere procedure più chiare per i casi che coinvolgono vescovi. Sono necessari protocolli trasparenti e coerenti per garantire giustizia alle vittime e rispondere adeguatamente alla legittima indignazione della comunità. La Chiesa ha bisogno di una politica forte e globale per affrontare le violazioni dei vescovi dei voti del celibato nei casi di abusi criminali su minori e in quelli che coinvolgono adulti".

   O'Malley si dice "profondamente turbato" dalle notizie riguardanti i presunti abusi di McCarrick, in particolare nel caso che coinvolge un minore nell'arcidiocesi di New York, quando il futuro porporato era sacerdote, in cui l'indagine ha trovato l'accusa "credibile e motivata", mentre un'altra accusa relativa a un minore "deve ancora essere indagata": notizie, osserva, "che hanno traumatizzato molti cattolici e membri della più ampia comunità". I resoconti, spiega ancora O'Malley, "sono devastanti per le vittime, le loro famiglie, e la Chiesa stessa": "ogni nuovo rapporto di abusi clericali a qualsiasi livello crea dubbi nelle menti di molti sul fatto che stiamo affrontando efficacemente questa catastrofe nella Chiesa".

   Per il cardinale di Boston, oggi il più autorevole uomo di Chiesa impegnato nella lotta alla pedofilia nel clero, "queste presunte azioni, quando commesse da qualsiasi persona, sono moralmente inaccettabili e incompatibili con il ruolo di un prete, vescovo o cardinale". "La mia esperienza in diverse diocesi e il mio lavoro con i membri della Pontificia Commissione per la protezione dei minori mi hanno portato a questa conclusione - insiste -. La Chiesa ha bisogno di agire rapidamente e in modo decisivo su questi temi di importanza critica. In ogni caso di affermazioni fatte dalle vittime di abusi sessuali, sia che si tratti di violazioni criminali o di abuso di potere, la preoccupazione primaria deve essere rivolta alle vittime, alle loro famiglie e ai loro cari".

    Le vittime "devono essere elogiate per aver portato alla luce la loro tragica esperienza e devono essere trattate con rispetto e dignità". E riguardo ancora al caso McCarrick, "queste accuse sono comprensibilmente fonte di grande delusione e rabbia per molti. Questi casi, che coinvolgono un cardinale, devono essere considerati alla luce degli ultimi due decenni dell'esperienza della Chiesa con gli abusi sessuali del clero".

    O'Malley si dice "convinto che siano necessarie tre azioni specifiche in questo momento. Primo, un giusto e rapido giudizio su queste accuse; secondo, una valutazione dell'adeguatezza dei nostri standard e delle nostre politiche nella Chiesa a tutti i livelli, e specialmente nel caso dei vescovi; e terzo, comunicare in modo più chiaro ai fedeli cattolici e a tutte le vittime il processo dopo le denunce di accuse contro vescovi e cardinali". "La mancata adozione di tali azioni minaccerà e metterà in pericolo l'autorità morale già indebolita della Chiesa e può distruggere la fiducia richiesta alla Chiesa per il ministero ai cattolici e per un ruolo significativo nella società civile più ampia - conclude -. In questo momento non c'è un imperativo più grande per la Chiesa che ritenerlo responsabile di affrontare queste questioni, che porterò ai miei imminenti incontri con la Santa Sede con grande urgenza e preoccupazione".

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