(ANSA) - ROMA, 17 MAG - A tre giorni dalle presidenziali
venezuelane l'arcivescovo di Caracas, card. Jorge Urosa, afferma
che "anticipare le elezioni presidenziali al 20 maggio
rappresenta un affronto ai diritti politici del popolo
venezuelano. Noi abbiamo il diritto di eleggere i nostri leader
in libertà e con le modalità appropriate, con la possibilità di
raggiungere un risultato democraticamente valido". Le elezioni
quindi, prosegue il porporato in un colloquio con Aiuto alla
Chiesa che Soffre, "dovrebbero essere organizzate per l'ultimo
trimestre dell'anno, come stabilito dalla Costituzione". Le
elezioni ora "sono prive di legittimità. Non sono né legali né
democratiche".
"La realtà della vita in Venezuela - prosegue Urosa - è
miserevole. La mancanza di farmaci e di forniture mediche è
estremamente grave, inclusa l'assistenza sanitaria negli
ospedali. È drammatica la carenza di generi alimentari di prima
necessità e l'elevato costo del cibo, il problema dei trasporti.
Un chilo di carne costa l'equivalente di un salario minimo
mensile. Un chilo di latte in polvere chi se lo può
permettere?". A proposito degli oltre 4 milioni di persone che
hanno abbandonato il Paese, secondo l'arcivescovo di Caracas
"c'è un esodo perché non c'è futuro. In questo momento
praticamente ogni famiglia venezuelana ha un componente che ha
lasciato la nazione".
A proposito delle possibili vie d'uscita dalla crisi, il
card. Urosa afferma che "la situazione difficilmente può essere
modificata. Quale cambiamento può esserci quando il governo ha
occupato ogni posizione delle pubbliche istituzioni? Abbiamo
l'Assemblea Nazionale, ma è praticamente paralizzata, così come
i partiti politici sono stati efficacemente estromessi. Ma noi
non dobbiamo smettere di pregare per il nostro Paese e sperare
in una soluzione pacifica", conclude il cardinal Urosa.(ANSA).