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Papa: svilire i diritti sociali promuove disuguaglianze

Ai giudici, "non c'è democrazia con fame, né sviluppo con povertà"

    Svalutare l'importanza dei diritti sociali è un modo, specie a livello politico, di promuovere "la disuguaglianza e l'indegnità". Lo ha denunciato con forza papa Francesco intervenendo questa sera a chiusura del vertice panamericano dei giudici, promosso nella Casina Pio IV, in Vaticano, dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali, sul tema "Diritti sociali e dottrina francescana". Il Pontefice ha anche firmato la dichiarazione finale della conferenza, cui hanno partecipato circa 100 magistrati dall'Argentina al Canada.

    "Mi preoccupa constatare che si levano voci, soprattutto da parte di alcuni 'dottrinari', che cercano di 'spiegare' che i diritti sociali sono 'vecchi', sono obsoleti e non hanno nulla da apportare alle nostre società. In tal modo confermano le politiche economiche e sociali che guidano i nostri popoli all'accettazione e alla giustificazione della disuguaglianza e dell'indegnità", ha detto Bergoglio, secondo cui "l'ingiustizia e la mancanza di opportunità tangibili e concrete dietro a tante analisi che non riescano a mettersi nei panni dell'altro - e non dico 'scarpe', perché in molti casi queste persone non le hanno - è anche un modo per generare violenza: silenziosa, ma violenza alla fine". E per il Papa, la 'deregulation' sui diritti sociali, viene sempre motivata con argomentazioni come "carenze di bilancio" o "impossibilità di benefici generalizzati".

    "Non c'è democrazia con la fame, né sviluppo con povertà, né giustizia nella disuguaglianza", ha comunque avvertito il Papa nel suo discorso il spagnolo. A suo avviso, un sistema politico-economico "deve garantire che la democrazia non sia solo nominale, ma possa essere realizzata in azioni concrete per garantire la dignità di tutti i suoi abitanti sotto la logica del bene comune, in una chiamata alla solidarietà e un'opzione preferenziale per i poveri". E ciò "richiede gli sforzi delle più alte autorità, e certo della magistratura, per ridurre la distanza tra il riconoscimento legale e la sua pratica".

    "L''ingiustizia sociale naturalizzata' e quindi invisibile, che solo ricordiamo o riconosciamo quando 'alcuni fanno rumore nelle strade' e sono rapidamente etichettati come pericolosi o fastidiosi - ha osservato Francesco -, finisce per mettere a tacere una storia di ritardi e sviste". "Lasciatemelo dire - ha proseguito -, questo è uno dei grandi ostacoli che il patto sociale trova e che indebolisce il sistema democratico". "In un mondo di virtualità, cambiamenti e frammentazione, i diritti sociali non possono essere solo esortativi o appellativi nominali", ed "è chiaro che il nostro impegno è con i nostri fratelli per rendere operativi i diritti sociali", ha rilevato, e "cercare di smantellare tutti gli argomenti che minacciano la loro realizzazione": tutto ciò "attraverso l'applicazione o la creazione di una legislazione in grado di sollevare le persone nel riconoscimento della loro dignità".

    Anzi, ha rimarcato, "le lacune giuridiche, sia in termini di adeguata legislazione che di accessibilità e conformità della stessa, mettono in moto circoli viziosi che privano le persone e le famiglie delle necessarie garanzie per il loro sviluppo e il loro benessere", e tali lacune "sono i generatori di corruzione che trovano nei poveri e nell'ambiente le prime e più importanti vittime".

    Il Papa, che ha puntato il dito contro l'uso scorretto delle leggi al fine di violare sistematicamente i diritti sociali e addirittura "mettere seriamente a rischio al democrazia" ha anche accolto con soddisfazione il fatto che "uno degli obiettivi di questo incontro sia la creazione di un Comitato permanente panamericano di giudici per i diritti sociali, che abbia tra i suoi obiettivi di superare la solitudine nella magistratura, fornendo supporto e assistenza reciproca per rivitalizzare l'esercizio della vostra missione".

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