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Papa in Marocco: "pellegrino di pace, mondo ne ha tanto bisogno"

Visita Paese maghrebino per dialogo islam, migranti, Chiesa locale

    "Vengo come pellegrino di pace e di fratellanza, in un mondo che ne ha tanto bisogno", dice il Papa nel suo videomessaggio al popolo del Marocco. "Come cristiani e musulmani crediamo in Dio Creatore e Misericordioso, che ha creato gli uomini e li ha posti nel mondo perché vivano da fratelli, rispettandosi nelle diversità e aiutandosi nelle necessità", prosegue il Pontefice, che sul suo imminente viaggio aggiunge tra l'altro: "incontrerò i migranti, che rappresentano un appello a costruire insieme un mondo più giusto e solidale".

    Proprio dialogo interreligioso, questione migranti, oltre al sostegno al "piccolo gregge" della comunità cattolica locale, ha spiegato oggi il portavoce vaticano Alessandro Gisotti, sono i temi di questo 28/o viaggio internazionale di Francesco, che sabato 30 e domenica 31 marzo lo porterà nel Paese maghrebino a meno di due mesi dalla storica visita a un altro Paese islamico, gli Emirati Arabi Uniti. Due momenti che lo stesso Papa, nell'udienza ai diplomatici dello scorso 7 gennaio, ha legato come due tappe di un unico viaggio: "Si tratterà - aveva detto - di due importanti opportunità per sviluppare ulteriormente il dialogo interreligioso e la reciproca conoscenza fra i fedeli di entrambe le religioni nell'8/o centenario dello storico incontro tra san Francesco d'Assisi e il sultano al-Malik al-Kamil".

    Parole e iniziative, queste, contro i tentativi di "frapporre inimicizia fra musulmani e cristiani": e in tal senso, il Papa ha già dato ad Abu Dhabi attuazione concreta alle sue intenzioni, firmando il documento congiunto sulla "Fratellanza umana" col grande imam di Al-Azhar, che ora consegna a tutti i capi di Stato e di governo che vengono in visita in Vaticano.

    Francesco è il secondo Papa che visita il Marocco dopo la breve tappa di Giovanni Paolo II nell'agosto 1985, col grande discorso a migliaia di giovani nello stadio di Casablanca. Invitato dal re Mohammed VI e dai vescovi, Bergoglio arriva in un Paese dove i musulmani sono il 99% della popolazione, che in totale è poco meno di 35 milioni di persone, mentre i cattolici sono 23 mila, lo 0,07%, nelle due diocesi di Rabat e Tangeri.

    "Una Chiesa piccola ma molto dinamica - ha sottolineato Gisotti -, soprattutto nei campi dell'educazione e della carità". Francesco le riserverà la giornata di domenica, con la visita al Centro rurale dei Servizi sociali a Temara, gestito dalle suore vincenziani per bambini malati, l'incontro col clero e il Consiglio ecumenico nella cattedrale di Rabat, e la messa nel pomeriggio nel complesso sportivo Principe Moulay Abdellah, dove sono attese dalle settemila alle diecimila persone: "la messa con la maggiore partecipazione nella storia del Marocco".

    Sabato, invece dopo la cerimonia di benvenuto sulla Esplanade della Moschea di Hassan, dove Bergoglio giungerà in 'papamobile' in un unico corteo con la limousine di re Mohammed VI, ci sarà l'incontro "col popolo marocchino" con attese 50 mila persone tra grande spianata e aree circostanti. Momenti significativi, quindi, la visita al Mausoleo di Mohammed V, l'incontro col re al Palazzo Reale, la visita all'Istituto Mohammed VI degli imam, "prima volta di un Papa in un istituto di formazione per imam", ha detto Gisotti, voluto per tutto il Maghreb dal sovrano marocchino, "molto impegnato contro le derive fondamentaliste".

    Ultimo e anch'esso cruciale evento della giornata, l'incontro coi migranti alla Caritas, da parte di un Papa che lo scorso dicembre avrebbe voluto andare a Marrakech per la Conferenza sui Global Compact (poi il protocollo ha voluto ci andasse il card. Parolin): vedrà in gran parte migranti dall'Africa Subsahariana, "molti oggi in Marocco perché trovano chiuse altre rotte".

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