(ANSA) - ROMA, 4 NOV - Che cosa ha a che fare con le vicende attuali della Chiesa una beata mistica di due secoli fa, Katharina Emmerick, che vide la coesistenza di due Papi? E perché a Fatima la veggente Lucia parlò del Papa come un vescovo vestito di bianco? E quanto le antiche profezie di Malachia fanno realmente riferimento ai pontefici dei nostri giorni, che da lui vengono definiti "gli ultimi"? Sono questi gli interrogativi dai quali parte un dossier delle più significative rivelazioni del passato legate in qualche modo ai tempi che la Chiesa sta vivendo oggi. Il libro è "La profezia dei due Papi" del giornalista e scrittore Saverio Gaeta (edizioni Piemme).
In particolare è di grande impatto l'accostamento tra alcune profezie e apparizioni mariane e alcuni fatti concreti: dal dilagare dell'apostasia, ovvero il rinnegamento della fede, alla persecuzione dei cristiani in molte parti del pianeta come non era mai stato visto in precedenza. Gaeta recupera i messaggi diffusi negli anni come per esempio quelli delle apparizioni mariane più recenti: da quelle italiane di Tre Fontane e Civitavecchia, a quelle europee di Amsterdam e Medjugorje, fino a quelle brasiliane di Anguera e Itapiranga, di Akita in Giappone e di Kibeho in Rwanda, per citarne solo alcune. Ci sono poi i messaggi riferiti dai tanti mistici come Faustina Kowalska, Luisa Piccarreta e Maria Valtorta. In altri termini l'autore del libro mette in evidenza che tante cose che accadono ora erano state largamente preannunciate. Le apparizioni e le profezie non sono dogmi ma spesso vengono 'bollate' come fede di serie 'b', quasi al pari di superstizioni. "Questo lavoro vuole presentare in ogni dettaglio - spiega invece Gaeta - le più significative rivelazioni relative al momento che la Chiesa sta vivendo, mostrandone le strette correlazioni e chiarendone tutti i risvolti nella prospettiva di un futuro ormai prossimo". "A mio parere, non si può più continuare a far finta di nulla, in merito al costante intervento del Cielo in favore della Chiesa e degli uomini. È un vero e proprio peccato di superbia", conclude l'autore.(ANSA).