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Papa: salvaguardare migranti che rischiano vita in mare

"Politica sia responsabile". Giornata creato, "acqua è diritto"

    "Preghiamo affinché le acque non siano segno di separazione tra i popoli, ma di incontro per la comunità umana. Preghiamo perché sia salvaguardato chi rischia la vita sulle onde in cerca di un futuro migliore". Il tema della Giornata mondiale di preghiera per la Cura del creato, da lui istituita nel 2015, è quest'anno quello dell'acqua, della sua tutela, dell'accesso ad essa come diritto umano, ma nel suo Messaggio papa Francesco non rinuncia a porre l'accento anche sulla questione migranti, e a lanciare un preciso richiamo affinché chi rischia morire in mare durante i 'viaggi della speranza' venga salvato e tutelato.

    "Chiediamo al Signore e a chi svolge l'alto servizio della politica che le questioni più delicate della nostra epoca, come quelle legate alle migrazioni, ai cambiamenti climatici, al diritto per tutti di fruire dei beni primari, siano affrontate con responsabilità, con lungimiranza guardando al domani, con generosità e in spirito di collaborazione, soprattutto tra i Paesi che hanno maggiori disponibilità", dice ancora Bergoglio.

    Nel suo Messaggio, il Papa invita subito a un'ammissione: "Dobbiamo riconoscerlo: non abbiamo saputo custodire il creato con responsabilità. La situazione ambientale, a livello globale così come in molti luoghi specifici, non si può considerare soddisfacente". E nel richiamare l'attenzione sulla questione dell'acqua, "elemento tanto semplice e prezioso, a cui purtroppo poter accedere è per molti difficile se non impossibile", cita la sua Laudato si': "l'accesso all'acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l'esercizio degli altri diritti umani". Questo mondo "ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all'acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità".

    Per questo, per il Pontefice, "prendersi cura delle fonti e dei bacini idrici è un imperativo urgente". "Urgono progetti condivisi e gesti concreti - avverte -, tenendo conto che ogni privatizzazione del bene naturale dell'acqua che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere è inaccettabile".

    Francesco passa poi alla questione "dei mari e degli oceani", un "bene inestimabile la cui costante custodia "rappresenta oggi una responsabilità ineludibile, una vera propria sfida", malgrado "tanti sforzi, purtroppo, svaniscano per la mancanza di regolamentazione e di controlli effettivi, specialmente per quanto riguarda la protezione delle aree marine al di là dei confini nazionali". E l'emergenza che il Papa denuncia è quanto mai attuale: "Non possiamo permettere che i mari e gli oceani si riempiano di distese inerti di plastica galleggiante".

    Il Papa invita anche a pregare "per quanti si dedicano all'apostolato del mare, per chi aiuta a riflettere sui problemi in cui versano gli ecosistemi marittimi, per chi contribuisce all'elaborazione e all'applicazione di normative internazionali concernenti i mari", per "quanti si adoperano per la custodia delle zone marittime, per la tutela degli oceani e della loro biodiversità", perché i giovani si abituino a "prendersi cura del bene essenziale dell'acqua a vantaggio di tutti". "Il mio auspicio - conclude Francesco - è che le comunità cristiane contribuiscano sempre di più e sempre più concretamente affinché tutti possano fruire di questa risorsa indispensabile", attraverso quindi "scelte concrete e impegno costante per garantire a tutti il bene primario dell'acqua".

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