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Papa: rinnovare leadership, basta proclami e antagonismi

"Costruire ponti e non muri, abbiamo tutti un destino comune"

    Nel mondo odierno servono nuove leadership politiche che vadano oltre "il rumore dei proclami" aggressivi o "l'antagonismo a chi gioca a fare il più forte", e che aiutino piuttosto a vivere in "un modo più giusto": anziché lo scontro e gli slogan, occorre "dialogo", mentre l'obiettivo di tutti resta quello di costruire "ponti e non muri". Sono parole significative quelle che papa Francesco, in un messaggio, ha indirizzato alla III Conferenza internazionale di Etica teologica cattolica in corso a Sarajevo.

    "In uno scenario così impegnativo e complesso c'è bisogno di persone e istituzioni che assumano una leadership rinnovata. Non serve il rumore dei proclami, che spesso rimangono vani; non occorre l'antagonismo tra chi gioca a fare il più forte - vi afferma il Pontefice -. Abbiamo bisogno di una leadership che aiuti a scoprire e vivere un modo più giusto di stare al mondo come partecipi tutti di un destino comune".

    Il Papa invita a "mobilitare energie in ordine ad una prassi compassionevole e attenta al dramma umano per accompagnarlo con cura misericordiosa. Per tessere questa rete, urge prima di tutto tra di voi costruire ponti, condividere percorsi, accelerare avvicinamenti". Ed incoraggia i "cultori dell'etica teologica" ad "essere appassionati di questo dialogo e di questo fare rete". Francesco rileva anche come la Conferenza mondiale - sul tema "Un momento critico per costruire ponti: l'etica teologica cattolica oggi" - si svolga a Sarajevo, "una città carica di valore simbolico per il cammino di riconciliazione e di pacificazione, dopo gli orrori di una guerra recente che tanta sofferenza ha portato alle popolazioni di quella regione".

    "Sarajevo è città di ponti - evidenzia -. Anche il vostro convegno ha voluto ispirarsi a questo motivo dominante, preso a monito per ricostruire, in un clima di divisioni e di tensioni, cammini nuovi di avvicinamento tra popoli, culture, religioni, visioni della vita, orientamenti politici". "Il tema del vostro convegno - prosegue Bergoglio - si muove in una prospettiva a cui molto spesso io stesso ho fatto riferimento: 'ponti e non muri', vado ripetendo nella viva speranza che da ogni parte si ponga attenzione a questo bisogno che sempre più avvertiamo, anche se a volte contrastato da paure e regressioni". Si tratta invece, "senza rinunciare alla prudenza, di cogliere ogni segnale e mobilitare ogni energia per eliminare nel mondo i muri di divisione e costruire ponti di fraternità".

    Per il Papa, "i tre punti focali del convegno incrociano in profondità questo cammino di costruzione di ponti in un'epoca critica, come particolarmente si rivela essere la nostra". In particolare, "la sfida ecologica viene da voi posta al centro di speciale attenzione, perché essa contiene in sé aspetti che possono causare gravi squilibri, non solo sull'asse del rapporto tra l'uomo e la natura, ma anche su quelli delle relazioni tra le generazioni e tra i popoli".

   Tale sfida, al centro della sua Laudato si', "non è una tra le tante, ma è l'orizzonte di comprensione dell'etica ecologica e al tempo stesso dell'etica sociale", aggiunge Francesco. Per questo "il richiamo che voi fate al tema dei migranti e rifugiati è molto serio e provoca una metanoia che riguarda la riflessione etico-teologica, prima ancora di ispirare atteggiamenti pastorali adeguati e prassi politiche responsabili e consapevoli".

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