"Oggi, quando stiamo pagando tutti i costi di una brusca e forte denatalità, quando tante donne dopo anni di anticoncezionali chimici non riescono a concepire un figlio, ci rendiamo conto che la Chiesa aveva ragione, che Paolo VI era stato profetico a proporre una regolamentazione naturale delle nascite che avrebbe salvato la salute delle donne, il rapporto di coppia e la naturalità della procreazione". Lo scrive sull'Osservatore Romano la storica Lucetta Scaraffia in un editoriale sui 50 anni del'enciclica 'Humanae vitae'. "Oggi che le ragazze appassionate di ecologia si rivolgono ai metodi naturali di regolazione della fertilità, senza neppure sapere che esiste l'Humanae vitae, oggi che i governi cercano di realizzare politiche che favoriscano la natalità, dobbiamo rileggere l'enciclica con altri occhi", prosegue. E, "invece di vederla come la grande sconfitta della Chiesa davanti alla modernità dilagante, possiamo rivendicarne la lucidità profetica nel cogliere i pericoli insiti in questi cambiamenti e felicitarci, noi cattolici, che ancora una volta la Chiesa non sia caduta nella trappola allettante delle utopie del Novecento, ma abbia saputo coglierne subito i limiti e i pericoli". "Ma pochi ci riescono - aggiunge Scaraffia -: per molti è ancora difficile staccarsi dalla vecchia contrapposizione tra progressisti e conservatori, all'interno della quale l'enciclica è stata fatta a pezzi, senza coglierne lo spirito critico e la forza innovativa. Ancora adesso, nessuno sembra ricordare che, per la prima volta, un papa ha accettato la regolamentazione delle nascite e ha invitato i medici a ricercare metodi naturali efficaci". "È molto importante, perciò - conclude -, riuscire a guardare l'Humanae vitae con occhi nuovi, occhi di esseri umani che vivono nel secolo XXI, ormai consapevoli del fallimento di tante utopie e di tante teorie economiche che erano state proposte come infallibili".