(di Cristiana Missori)
(ANSA) - ROMA - Dopo l'emergenza migranti vissuta
nell'estate 2015, l'isola greca di Samos cerca di voltare pagina
e punta a far tornare i turisti. Il calo di presenze è
innegabile: ''dai circa 135 mila visitatori dello scorso anno ai
120 mila del 2016''. Un calo del 16%, come ha ricordato il
sindaco, Michalis Angelopoulos, intervenuto ieri sera a Roma
alla serata per la promozione dell'isola, organizzata dall'Ente
del Turismo ellenico in Italia e ospitata nella residenza
dell'ambasciatore in Italia, Themistoklis Demiris.
Ottava isola della Grecia, situata a solo 1 km di distanza
dalle coste turche, la patria di Pitagora e Epicuro, ''ospita al
momento circa 2.500 migranti - tra hot spot, piccole abitazioni
e tende - originari dalla Siria, Iraq, Pakistan, Marocco,
Algeria'', ricorda Angelopoulos. Oggi le cose vanno nettamente
meglio, conferma, dopo l'accordo tra Unione europea e Turchia
gli sbarchi si sono quasi del tutto fermati. ''Dal 10 ottobre al
21 novembre sono giunti sull'isola 938 migranti.
Negli ultimi mesi, spiega, ''l'isola ha compiuto molti sforzi
per salvaguardare i suoi circa 7 mila abitanti e sostenere
l'economia che per l'85% si basa sul turismo'', attratto dalle
sue splendide spiagge, il sole, la gastronomia, i vini, la
natura, ma soprattutto dai suoi 3 mila anni di storia -
testimoniati dai suoi innumerevoli siti archeologici alcuni dei
quali inseriti nella Lista del Patrimonio Unesco dal 1992.
In questo anno e mezzo l'isola ha dato prova di sapere
accogliere e convivere con la presenza di migranti e rifugiati.
''Per il momento - fa sapere il sindaco - non abbiamo registrato
incidenti o episodi di razzismo tra residenti e migranti. Stiamo
cercando di trovare un equilibrio tra queste realtà. E non penso
ci sia alcun pericolo per turisti o per gli studenti
dell'Università dell'Egeo - circa 2000 - che risiedono
permanentemente sull'isola''. Certo è, aggiunge, che Samos non è
in grado di supportare al meglio tutti questi migranti. ''Per
questo abbiamo chiesto che le famiglie e i bambini che hanno
bisogno di sostegno economico, psicologico, sanitario, vengano
trasferiti ad Atene entro dicembre. In tutto circa 500
persone''. Quello che serve - fa notare - è ''uno status
speciale che tuteli isole come Samos o la Sicilia. Insieme ai
sindaci di Lampedusa, Calais e di molte località della Turchia
stiamo collaborando e portando avanti le nostre istanze anche in
Europa.
Promuovere l'isola, che ha posto la sua candidatura a
Capitale europea della Cultura per il 2021, ''è un dovere
nazionale e morale'', ha voluto ricordare l'ambasciatore Demiris
''per tutto quello che ha fatto in termini di accoglienza Samos
deve essere graziata e non punita''. (ANSA).
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