(ANSA) - BELGRADO, 19 APR - Per la Serbia è inaccettabile
l'idea di una doppia sovranità sul nord del Kosovo, quale
proposta per un possibile accordo fra Belgrado e Pristina. Lo ha
detto oggi il ministro degli esteri Ivica Dacic, con riferimento
alle voci e alle notizie di stampa circolate in vista del
vertice regionale del 29 aprile prossimo a Berlino convocato da
Angela Merkel e Emmanuel Macron. Parlando alla tv pubblica serba
Rts, Dacic ha osservato che una tale soluzione significherebbe
il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo da parte della
Serbia. Per questo per Belgrado si tratta di una "idea
inaccettabile".
Per Dacic l'incontro di Berlino è stato deciso con "grande
sorpresa" di Bruxelles, e ha provocato l'insoddisfazione di vari
Paesi, fra gli altri Austria e Italia, che fanno parte del
'Processo di Berlino' ma che non sono state invitate. "Ciò
dimostra che sono in atto dei giochi geopolitici, non più con
Russia e Cina ma all'interno dello stesso schieramento
occidentale. E neanche gli Usa parteciperanno all'incontro", ha
detto il ministro degli Esteri. A suo avviso, non è da
attendersi che dalla riunione di Berlino si esca con una qualche
proposta di soluzione della questione del Kosovo, ma certamente
c'è da aspettarsi che verranno esercitate ulteriori pressioni su
Belgrado e Pristina per la ripresa del dialogo facilitato dalla
Ue. Tuttavia, ha aggiunto, "per la prosecuzione del dialogo e'
necessario che vengano aboliti i dazi doganali (maggiorati del
100% sull'import serbo e bosniaco, imposti da Pristina, ndr),
questa e' la condizione da parte nostra".
Dacic ha quindi puntato il dito contro la Germania che, a suo
avviso, avrebbe favorito e accelerato il processo di
disgregazione della vecchia Federazione jugoslava. Per il
ministro infatti, nel 1991 e 1992 la Germania 'convinse' tutti
gli altri stati membri della Ue a riconoscere la secessione e la
proclamazione di indipendenza di Slovenia e Croazia nonostante
tutti gli altri Paesi fossero per una Jugoslavia unita. "Allora
fu aperto il vaso di Pandora, non ora", ha affermato Dacic.
(ANSA).
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