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Scontro sulla Macedonia, trema il governo Tsipras

Si dimette ministro Difesa, alleato nazionalista. Rischio crisi

14 gennaio, 16:01
(di Gaetana D'Amico) (ANSA) - ROMA, 14 GEN - Trema il governo di Alexis Tsipras in Grecia. Panos Kammenos - leader del partito nazionalista di destra, Anel e partner di minoranza - si è dimesso da ministro della Difesa dopo che la Macedonia ha definitivamente approvato la riforma costituzionale per cambiare il proprio nome in 'Repubblica della Macedonia del Nord', in base all'accordo firmato a giugno dal premier greco e dal collega macedone Zoran Zaev. Per l'entrata in vigore ufficiale dell'intesa serve la ratifica del Parlamento greco. Ma Kammenos e il suo partito si sono sempre detti contrari. Il leader nazionalista ha confermato "le differenze inconciliabili" con il premier, il quale ha accettato le dimissioni, nominando come suo sostituto il capo delle Forze armate, l'ammiraglio Evangelos Apostolakis. E ha chiesto la fiducia sul suo esecutivo in Parlamento. La mozione sarà probabilmente discussa martedì e votata mercoledì. La coalizione di governo ha 153 seggi su 300 in Parlamento: 145 di Syriza, il partito di sinistra di Tsipras, altri 7 da Anel e uno da un deputato indipendente. Se il governo non otterrà la fiducia, la Grecia rischia di andare alle elezioni anticipate.

Con le dimissioni del ministro della Difesa, Tsipras ora avrà bisogno del sostegno dell'opposizione per poter ottenere la ratifica sul nome della Macedonia e quindi far concludere l'iter. In una conferenza stampa infatti Kammenos ha ribadito che lui e il suo partito voteranno contro la fiducia e diranno no all'accordo sul nome della Macedonia. "La questione macedone non mi permette più di non sacrificare il mio incarico", ha dichiarato Kammenos, annunciando il "ritiro dal governo" dei membri del suo partito subito dopo l'incontro con il premier. Lo stesso Kammenos si è detto certo dell'appoggio di altri due deputati, tra cui il vice ministro alla Difesa, Maria Kollia-Tsaroucha, che ha pure annunciato le dimissioni. Altri due deputati di Anel hanno sempre detto che voteranno a favore dell'accordo sul nome della Macedonia mentre i restanti due, il ministro del Turismo Elena Kountoura e il viceministro dell'Agricoltura, Vassilis Kokkalis, entrambi in missione all'estero, non si sono ancora pronunciati. Venerdì il Parlamento di Skopje ha posto il 'sì' agli emendamenti costituzionali previsti dall'accordo sul nome firmato con la Grecia a giugno scorso: la Macedonia si chiamerà d'ora in poi 'Macedonia del nord', condizione posta da Atene per togliere il blocco che durante la disputa bilaterale protrattasi per 27 anni aveva chiuso la strada all'integrazione del Paese ex jugoslavo in Ue e Nato. Per l'entrata in vigore ufficiale dell'accordo sul nome serve ora solo la ratifica del Parlamento greco, ma con le dimissioni di Kammenos tutto diventa più difficile.(ANSA).

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