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Lituania: Ue già à la carte, errore forzare integrazione

Ministro Esteri a Roma: difesa cruciale, più truppe Usa e spese

15 marzo, 10:52

di Cristiana Missori

 

(ANSA) - ''L'Unione Europea è già 'à la carte'. L'Eurozona e Schengen ne sono un esempio. Forzare eccessivamente l'integrazione può portare a reazioni totalmente opposte: Brexit insegna. Noi siamo per la modifica dei Trattati''. A parlare è il ministro degli Esteri lituano, Linas Linkevicius, che martedì pomeriggio a Roma è intervenuto a un seminario dedicato ai Paesi baltici e all'Ue organizzato dall'Università La Sapienza. Alla vigilia delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma, sostiene, ''il progetto europeo è ben lontano dall'essere compiuto'' e valori quali ''libertà e democrazia'' hanno ancora ''bisogno di essere difesi''. Nemmeno ''l'unione'' fra i Paesi europei è ''scontata''. A mancare, lamenta l'ex ministro della Difesa di Vilnius, ''è la leadership. Non soltanto in Est Europa, come alcuni sostengono, ma anche nell'Europa occidentale''. La crisi è sistemica. A pesare tra Nord e Sud della Ue sono temi come sicurezza e migranti. Nella memoria delle tre repubbliche baltiche, ricorda Linkevicius, sono ancora impresse la lotta per la libertà e la lunga occupazione sovietica. ''Questa incertezza - precisa - quando sei piccolo e hai un vicino molto ingombrante, è molto forte: poco importa se fai parte della Nato e della Ue''. Ancora oggi, ''non ci sentiamo rilassati''. La crisi Ucraina e l'annessione della Crimea e ancora prima la guerra in Caucaso del 2008, ''avrebbero dovuto insegnare qualcosa''. Così non è stato, rimarca. ''Spesso in diplomazia si sente dire che la Russia non va provocata.

Credo, che non agire, o agire troppo tardi sia provocatorio. Non siamo russofobi ma nei Paesi baltici la propaganda russa e le minacce asimmetriche sono all'ordine del giorno. Quanto accade ai confini della Lituania preoccupa le istituzioni. Oltre alla costruzione di una recinzione per controllare la frontiera con l'enclave russa di Kaliningrad e con la Bielorussia, mettendo in campo tecnologie moderne e fermare il contrabbando di tabacco e alcool il ministro degli Esteri lituano ha recentemente chiesto alla presidenza Trump ''di aumentare la presenza permanente delle truppe Usa sul proprio territorio'', che consentirà, dice, di creare una sicurezza esplicita''. E per il prossimo anno, fa sapere, la Lituania porterà al 2,07% del Pil la spesa per la sicurezza. In tema di migranti, rimane la posizione rigida del piccolo Stato nordeuropeo. ''Terremo fede ai nostri obblighi, ma il criterio che ci guida è che la nostra sicurezza non possa essere messa a repentaglio per l'accoglienza''.

Con l'Italia, conclude il ministro che oggi ha avuto una serie di incontri in Vaticano, ''i rapporti sono molto buoni. Possiamo collaborare su vari dossier, ma vorremmo accrescere le nostre relazioni bilaterali. Il potenziale è grande in tutti i campi anche in quello economico''. (ANSA).

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