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Albania, con riforma giustizia si gioca futuro in Europa

Ministro, corruzione nemico. Ambasciatore Ue, incognita adesione

13 luglio, 16:33

di Cristiana Missori

 

(ANSA) - TIRANA - Sulla riforma del sistema giudiziario il governo albanese si gioca la credibilità delle sue istituzioni e il futuro ingresso nell'Ue. Entro il 21 luglio prossimo il Parlamento è chiamato ad approvare le modifiche di un terzo dell'attuale Costituzione. ''Il mio lavoro inizia dal giorno dopo'', sostiene il ministro della Giustizia, Yilli Manjani. Un cambiamento che serve prima di tutto per ridare fiducia nello Stato ai cittadini di un Paese martoriato dalla dittatura comunista di Enver Hoxha, ''politicizzato e corrotto''.

''Endemicamente corrotto'', ammette il responsabile della Giustizia che dice: ''la corruzione e le mazzette sono endemiche alla società albanese. Tutti, a ogni livello, sono convinti che per ricevere cure o per ottenere un qualsiasi servizio si debba pagare qualcosa sottobanco''. Una intera società sotto accusa: giudici, medici, poliziotti, politici. Da mesi il tema della riforma giudiziaria tiene banco sui giornali albanesi ma la gente è stanca. E' dal novembre del 2014 - quando venne istituita la commissione parlamentare ad hoc con il compito di elaborare gli emendamenti, assistita da esperti dell'Unione europea e statunitensi - che il Paese attende il grande cambiamento. Ogni giorno, racconta Manjani, al ministero giungono fino a un centinaio di denunce contro il comportamento scorretto dei giudici. ''Per ora, però, non posso agire.

Aspettiamo il varo della riforma''. A oggi, la maggioranza di centrosinistra del premier Edi Rama e l'opposizione di centrodestra guidata da Lulzim Basha concordano su quasi l'intero pacchetto di misure previsto dalla riforma, ma non sulle nomine dei giudici, come sottolinea il ministro. L'apporto della minoranza è però fondamentale affinché la riforma venga davvero applicata. ''Siamo al terzo tentativo: già nel 1992 e nel 1998 si provò a fare approvare una riforma, ma senza coinvolgere l'opposizione. Questa volta per fare in modo che le cose funzionino, lo abbiamo fatto''. Una volta entrata in vigore, servirà comunque molto tempo affinché questa riforma venga applicata, rimarca dal canto suo l'ambasciatore dell'Unione europea a Tirana, Romana Vlahutin. Fra i punti fondamentali, spiega, c'è la trasparenza delle entrate dei giudici e le loro prestazioni (ossia il loro livello di preparazione). ''Fino a ora - fa notare Vlahutin - bastava scrivere nella propria dichiarazione dei redditi: 'regalia'''.

Il male maggiore di questo Paese, dice, ''è la corruzione''.

Impossibile, dunque, ''stabilire una data di ingresso nell'Unione da parte del Paese delle Aquile. La riforma deve prima diventare operativa''. Il bicchiere, però, non è del tutto vuoto. Passi in avanti in altri campi, conclude Vlahutin, l'Albania li ha fatti. (ANSA).

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