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Ucraina: Obama, referendum Crimea viola la legge

Ultimatum Ue a Mosca, si fermi o saranno sanzioni

06 marzo, 20:33

di Marco Galdi

 

(ANSA) - BRUXELLES - Il proposto referendum in Crimea violerebbe la legge internazionale e non rispetta la Costituzione del paese. Lo afferma il presidente americano Barack Obama. ''Sono fiducioso che lavoreremo assieme ai nostri alleati in Ue per reagire contro l'aggressione russa all'Ucraina'', ha aggiunto, presentando le sanzioni imposte su Mosca.

Anche per la Ue il referendum che la Crimea vuole fare il 16 marzo per unirsi alla Russia è "illegale". La Ue, come dice il premier Renzi, "ascolta il grido di dolore" del popolo ucraino.

Mosca deve "immediatamente ritirare le sue forze armate" e "cominciare a negoziare" con il governo ucraino, che insiste a considerare illegittimo, "entro pochi giorni". E la trattativa "deve dare risultati in un tempo limitato". Altrimenti l'Unione europea deciderà sanzioni come "il divieto di viaggio, il congelamento di beni e la cancellazione del vertice Ue-Russia", misure per le quali i tecnici europei vengono messi subito al lavoro per la loro preparazione. Potrebbero scattare già la settimana prossima, con un nuovo vertice straordinario. Non solo: "Ogni ulteriore passo della Russia per destabilizzare la situazione in Ucraina comporterà conseguenze gravi e di vasta portata" sulle relazioni tra Ue e Russia "in una vasta gamma di relazioni economiche". Come fu per l'Iran. Ha il tono dell'ultimatum, la dichiarazione di Herman Van Rompuy al termine di un vertice straordinario dei leader che dura quasi sei ore, punteggiato dall'annuncio delle sanzioni Usa da una parte e dalle notizie sempre più gravi che arrivano dalla Crimea. Mentre a favore dell'Ucraina, la Ue non solo si prepara a varare con urgenza il pacchetto di aiuti finanziari che potrebbero valere 11 miliardi di euro, ma si dice pronta a firmare la parte politica dell'accordo di associazione già prima delle elezioni del 25 maggio. Alla prima fase del vertice partecipa anche il premier ad interim Arseni Iatseniuk, che dichiara di essere pronto a firmare l'accordo "al più presto". Prima dei 28 leader aveva incontrato Martin Schulz e i capigruppo al Parlamento europeo.

Dopo va dal segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen nel quartier generale dell'Alleanza. "L'opzione militare non è sul tavolo", dice l'ucraino, chiede a Mosca di intavolare un negoziato, denuncia quanto sia assurdo "che nel 21/o secolo si mandino soldati e carri armati" in un paese amico. Rassicura Mosca affermando che l'ingresso nella Nato "non è nel radar". Ma l'Alleanza Atlantica ribadisce la decisione di "aumentare la capacità militare" di Kiev con "accesso ai progetti multinazionali d'avanguardia", con possibili forniture di armi e "esercitazioni e addestramenti comuni". Azioni che vanno in parallelo con l'invio di altri caccia F16 americani nei paesi baltici.

La linea dell'Unione europea è molto più dura di quanto ci si attendesse. Berlino e Roma puntavano al dialogo fermo, ma non minaccioso. La linea è cambiata in un incontro a cinque, dei quattro paesi europei del G8 (Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia) più la Polonia. Così non solo si avallano le decisioni del Consiglio Esteri di lunedì scorso che avevano varato il 'simbolico' congelamento dei negoziati per la facilitazione dei visti e il rinnovo dell'accordo di partnership strategica e la sospensione della preparazione del vertice G8 di Sochi a giugno.

Ma si vara una linea "in tre passi". A spostare l'ago della bilancia, lo chiariscono Hollande e Cameron, e' l'annuncio del referendum separatista in Crimea. L'Europa vuole il dialogo. E le minacce di sanzioni "sono un modo per far pressione" e convincere Putin ad andare "al tavolo del negoziato". E far sparire i fantasmi della guerra fredda. (ANSA).

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