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Elezioni, Austria chiede cambiamento radicale

Manifestata affermazione di leadership personali

30 ottobre, 19:19
(Osterreichische Akademie der Wissenschaften) Le elezioni austriache del 15 ottobre sono state caratterizzate da una campagna elettorale molto dura e dal confronto tra il vittorioso Partito popolare (Oevp) del ministro degli esteri Sebastian Kurz (31,5% dei voti) e i socialdemocratici (Spoe), guidati dall'attuale cancelliere, Christian Kern. Entrambi i candidati hanno concepito una campagna personale e dimostrato grande forza di mobilizzazione tra i loro sostenitori.

Il fatto che il Partito socialdemocratico sia riuscito a mantenere la stessa quota delle elezioni del 2013 (26,9%) è soprattutto dovuto al carisma di Kern. Le ultime settimane della campagna elettorale sono state inoltre caratterizzate da uno scandalo di "dirty campaigning", cioè lo stanziamento di fondi da parte socialdemocratica per lo sviluppo di una campagna anti-Kurz nei social media. Dopo diverse smentite ed accuse da parte socialdemocratica verso il Partito popolare, la verità su questa vicenda non è ancora venuta a galla.

Se lo Spoe tiene ma è tagliato fuori dalla costruzione del nuovo esecutivo, il Partito della libertà (Fpoe, 26%) di estrema destra è, accanto a Kurz, il grande vincitore di queste elezioni. Per il partito guidato da Heinz-Christian Strache sarà oramai possibile ritornare al governo dopo più di dieci anni di assenza.

Queste elezioni dimostrano due tendenze dell'elettorato nazionale. Il primo dato è il desiderio di un cambiamento radicale della politica nazionale e dell'amministrazione pubblica. Kurz, che ha prima riformato le strutture di forza all'interno del Partito popolare, è riuscito nell'intento di presentarsi non solo come giovane e dinamico politico di centrodestra, che non ha scrupoli a orientarsi verso l'estrema destra in certe tematiche (immigrazione e sicurezza), ma anche come uomo delle riforme, che intende cambiare le strutture di vecchia data della Seconda repubblica austriaca. Questo è anche uno degli argomenti del Fpoe, che da anni riesce a guadagnare consensi grazie al suo desiderio di rovesciare le logiche di una repubblica in larga misura percepita come prodotto di decenni di dominio socialdemocratico-popolare. Il secondo dato sostanziale di queste elezioni è l'affermazione di campagne elettorali centrate sulle personalità e non sui partiti. Kurz è stato esemplare a questo riguardo. Il Partito della libertà ha una lunga tradizione di concentrazione sulla figura del capo partito, attualmente con Heinz-Christian Strache e alla sua epoca, con Joerg Haider. In questo quadro si ritrova anche Peter Pilz, artefice della catastrofe elettorale dei verdi. Come ex-funzionario dei verdi ha creato un nuovo partito personale, che è riuscito ad entrare nel parlamento di Vienna con il 4,4% dei voti, lasciando i Verdi sotto la soglia del 4%. Da citare c'è anche il socialdemocratico Kern, che ha salvato il suo partito con una formula centrata sulla supposizione che la sua figura sia l'unica che possa impedire una coalizione tra Partito popolare ed estrema destra. Molti tradizionali sostenitori dei Verdi hanno seguito proprio questa logica. Infine, i liberali (Neos, 5,3%) sono riusciti a confermarsi nel Nationalrat anch'essi grazie a un candidato carismatico come Matthias Strolz.

Dopo i primi incontri post-elettorali, si sta cristallizzando la coalizione tra popolari e Partito della libertà, che negli ultimi giorni si sono messi a lavoro nei vari gruppi di coordinamento. La quasi totale mancanza dei classici interlocutori della politica austriaca (organizzazioni regionali del Oevp e cosiddetti "partner sociali", come sindacati e camere di commercio) dimostra un mutamento nei negoziati di coalizione.

Sebastian Kurz non ha mai nascosto la sua simpatia per l'esperimento con il Fpoe. Sicuramente non ci sarà da temere la stessa dura reazione internazionale, come durante il primo governo di questo tipo, che aveva preso le redini in Austria nel 2000, con la coalizione tra Wolfgang Schüssel e il partito di Joerg Haider. Oramai la destra nazionalista e populista si è affermata in Europa. Molte sono le misure sulle quali popolari e Fpoe possono concordare, come la riforma dell'amministrazione pubblica, la riduzione delle imposte o la fine all'appartenenza forzata alla camera del lavoro o del commercio per lavoratori e industriali austriaci. Anche se i dettagli di queste riforme non sono ancora chiari, si tratterebbe di un mutamento radicale della struttura dello Stato austriaco. Resterà comunque da vedere cosa vorrà dire una coalizione con un partito come il Fpoe che è sostanzialmente tutto proteso sulla politica interna, attacca senza tregua le istituzioni europee e strumentalizza le paure della popolazione austriaca.

Mentre nelle ultime settimane Strache e il suo partito hanno più volte dichiarato di sostenere l'Ue, ancora non c'è stata alcuna dissociazione dal gruppo parlamentare europeo "Europa delle nazioni e della libertà", che contiene esponenti decisamente anti-europei come il Front National francese. Il presidente della repubblica ed ex-capo dei verdi, Alexander van der Bellen, ha dichiarato che non accetterà la nomina di ministri che non dimostrino di rispettare i valori dell'Ue. (ANSA).

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