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Ungheria, per risolvere impasse, Ue ascolti Paesi Visegrad

Portavoce governo, 'difendere confini รจ nostro diritto'

28 marzo, 21:47
(ANSA) - ROMA - ''Una Ue a due o più velocità è per noi inammissibile. La Dichiarazione di Roma conteneva tutto ciò che per noi era importante. Per questo abbiamo firmato. Ma serve più integrazione. Sul come raggiungerla, pensiamo sia il momento di dare ascolto ai Paesi di Visegrad'' (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, o anche V4, ndr). A fare il punto della situazione a due giorni dalle celebrazioni dei 60 anni dei Trattati di Roma è il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, che a Roma ha incontrato alcuni media italiani. ''La Dichiarazione di Roma - commenta - invia un messaggio molto chiaro: il progetto europeo deve continuare. Ma le regole vanno preservate e rispettate. Negli ultimi sei anni nessuno lo ha fatto''. L'Ungheria è stata più volte accusata di ''non rispettare i valori fondanti della Ue, ma non è così''. Il governo Orban, insiste Kovacs, ''difende quanto previsto dai Trattati. Le regole, precisa riferendosi alla questione dei migranti, ''prevedono la difesa delle frontiere''. E con i suoi due muri lungo il confine serbo - il secondo dovrebbe essere ultimato a maggio - l'Ungheria ''lo sta facendo''. Per Budapest ripete, ''non si tratta di crisi di rifugiati, ma di migranti economici e come tali vanno trattati altrimenti si commette un errore storico. Per noi essere rifugiati non è un diritto, ma uno stato''. Sul territorio ungherese ''abbiamo registrato arrivi da ben 104 Paesi diversi, il che dimostra non si tratti di una crisi dovuta a una determinata area del mondo in difficoltà''. Quel che l'Ungheria non accetta, aggiunge, è il segnale che alcuni Paesi (fra cui l'Italia) mandano, che ''in Europa si può venire, perché non si verrà rimpatriati. Un messaggio che l'Ungheria rifiuta'', come rifiuta ''l'idea che l'Islam possa integrarsi. Si tratta di una pura illusione''.

Nessuna integrazione nella nostra società e nella nostra cultura è possibile.

Se sulla questione dei rimpatri, dei ricollocamenti e dell'accoglienza la posizione del governo magiaro appare irrimediabilmente in contrapposizione con ''alcuni Paesi dell'Europa occidentale - in primis l'Italia che, come ribatte Kovacs ''ci hanno ricattato politicamente'' - con il gruppo V4 le posizioni sono convergenti. E' giunto il momento di dare loro spazio. E, come lui stesso ricorda, il gruppo di Visegrad - che esiste da oltre 20 anni - è riuscito a fare la quadra in tema di migranti. ''Le nostre visioni sono diverse su molti temi'', ma su quello dell'accoglienza il blocco dell'Est è rinato. Se le divergenze fra i Paesi Ue sul piano politico appaiono macroscopiche a livello economico il governo ungherese appare più possibilista, parlando di ''possibili future sinergie''. Nei confronti dell'Italia la posizione di Budapest continua a essere rigida - il governo Renzi - sottolinea Kovacs - ''ci ricattava''. Nessuna chiusura, invece, nei confronti di Roma sul piano economico replica. Anzi, ''l'Italia rappresenta il nostro quinto partner commerciale e per le imprese italiane ci sono buone opportunità di penetrazione nel mercato ungherese''.

(ANSA).

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