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Salonicco, Yiannis Boutaris, il sindaco controcorrente

Ha risanato conti e ora dice, migranti facciano lavori stagionali

10 gennaio, 15:46

di Patrizio Nissirio

 

(ANSA) - SALONICCO (GRECIA) - Yiannis Boutaris non ha paura di esprimere opinioni controcorrente, se ritiene che la sua ricetta faccia il bene della città che amministra dal 2011, Salonicco. "Per me immigrati e profughi sono la stessa cosa - dice, se gli si chiede la situazione nella seconda area urbana della Grecia, dopo Atene - l'Europa non fa quello che dovrebbe fare? Mettiamoci d'accordo tra sindaci per accoglierli dividendo il peso. E invece di tenerli lì a non far nulla, mandiamo i bambini a scuola, e gli adulti usiamoli per i lavori stagionali.

Invece di prendere gente dai Balcani e da altri posti, non è meglio che lo facciano i siriani, che sono già qua?" Imprenditore del vino (l'azienda di famiglia, che porta il suo cognome, è la più importante della Grecia, e lui ne ha fondata un'altra di grande successo Kir-Yanni), Boutaris, classe 1942, viene eletto da indipendente alla guida di Salonicco sei anni fa, e trova una situazione drammatica: un buco da 50 milioni di euro, col suo predecessore finito in carcere, mentre l'intera nazione affoga nella crisi economica, con i fondi per le municipalità tagliati del 40% dal governo centrale. Ma non si scoraggia, e innanzitutto taglia le spese del 30%, gli straordinari inutili dei dipendenti, e snellisce il loro numero ("erano 5.500, ora sono 3.500, e fanno lo stesso lavoro, ma quei duemila che facevano?", spiega, durante l'intervista ad ANSAmed), trova fondi in Europa, e riesce persino a tagliare le tasse comunali e ripagare i debiti della pubblica amministrazione. Il suo lavoro gli vale la nomina di 'miglior sindaco del mondo' nell'ottobre 2012, da parte della britannica City Mayors Foundation.

"Oggi abbiamo i bilanci in ordine - dice - anche se possiamo fare meglio. La mia idea ora è che per costruire il futuro anche economico di Salonicco, la città debba conoscere e usare il proprio passato. Noi abbiamo avuto gli ebrei, i turchi e poi i greci. Per cui facciamo progetti per riscoprire tutte queste identità: celebriamo la storia ebraica, che inizia già ai tempi di San Paolo. Poi istituiamo una scuola di lingua sefardita. E poi Ataturk, il fondatore della Turchia moderna, che era di Salonicco, e questo ci deve intessare. La sua casa ha riaperto come museo al pubblico nel 2015, gli abbiamo reintitolato la strada, com'era una volta. Questo fa arrabbiare molti, che non amano i turchi e che mi insultano, ma altri applaudono. Il risultato? Più di 100.000 visitatori turchi in città in un anno".

Nonostante la sua forte personalità - la sua originalità è anche testimoniata da tatuaggi sulle mani e da un orecchino - Boutaris spiega che a lui "non piace litigare". "Per fare il mio lavoro, io devo andare d'accordo col governo, qualunque governo.

Non sono un fan di Syriza, ma quando vado ad Atene devo trovare porte aprte e farmi ascoltare. Un sindaco non deve pensare a un partito, ma a fare il suo lavoro".

Nel cuore della crisi greca, Salonicco emerge come una risposta virtuosa e vincente. E il simbolo di questa riscossa è lo straordinario rifacimento di chilometri di lungomare come area pubblica attrezzata (il progetto 'Paralia-zo', vincitore di numerosi premi, è dello studio locale Nikiforidis-Cuomo), oggi fruita da centinaia di migliaia di persone. Ma Boutaris come al solito spiazza: "Non mi piace un granché, era un progetto del mio predecessore. Siamo l'unica città di mare nel Mediterraneo dove non ci sono barche sulla costa, dove non c'è una marina, quel progetto divide la città dal mare. Ma è qualcosa che aggiusteremo". Vista la sua inarrestabile determinazione, c'è da giurare che ci riuscirà. (ANSA).

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