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Arte: Bosnia, Cesaro inaugura Biennale nel bunker di Tito

Sottosegretario, 'investire in cultura per essere competititvi'

21 aprile, 20:47
(ANSA) – SARAJEVO, 21 APR – Il sottosegretario ai Beni culturali, Antimo Cesaro, ha partecipato oggi all'inaugurazione della IV Biennale internazionale dell'arte contemporanea nel "D-0 ARK Underground", il bunker sotterraneo di Tito dei tempi della guerra fredda, situato a Konjic, 50 chilometri circa a sud-ovest di Sarajevo, che vede quest'anno l'Italia come Paese-Partner d’onore, assieme alla Germania e la Polonia. "Questa mostra – ha detto Cesaro all'Ansa – è una metafora dell'Europa: una struttura militare che ha rappresentato il simbolo, poco conosciuto ai più, di un momento di grande tensione per l'Europa, oggi ospita una biennale di arte contemporanea e l'Europa tutta deve comprendere che il vero investimento da fare è quello nel campo culturale che ci consente di essere competitivi in un mondo globale". L'opinione pubblica in Bosnia ha saputo solo nell'anno 2000 dell'esistenza del bunker, costruito in gran segreto dal 1953 al 1979: i due tunnel, collegati tra loro da diversi passaggi, scavati nel grembo della montagna a una profondità di cento metri, hanno una superficie di 6.500 metri quadri e sono perfettamente equipaggiati. In caso di guerra atomica il bunker, costato 4,6 miliardi di dollari, poteva ospitare per sei mesi e in piena attività, oltre a Tito, 350 esponenti del governo e degli alti comandi jugoslavi. La collezione del bunker di Konjic, considerata la più importante del Sud-est europeo, del valore stimato di 7 milioni di euro, comprende 125 opere e quest'anno se ne sono aggiunte altre che sono frutto della riflessione di 7 artisti sul rapporto tra il passato delle tensioni e il presente che punta sull'arte: Jorge Ribalta (Barcellona), Jan Peter Hammer (Berlino), Jan Peter Sonntag (Berlino), Anna Lisa Cannito (Acqui Terme, Italia), Dan Perjovschi e Lia Perjovschi (Sibiu, Romania) e Milomir Kovacevic Strasni (Sarajevo/Parigi). Nelle precedenti tre edizioni, alla Biennale, sempre sotto il patrocinio dell'Unesco, hanno contribuito come paesi partner Serbia, Montenegro, Turchia, Croazia, Austria e Albania. Attraverso i cicli della Biennale, ha osservato il direttore del Progetto Edo Hozic, si raccontano le storie sulla guerra fredda:"Pensiamo che tutto quello che ci è capitato negli anni 90 e quello che accade adesso siano la conseguenza della guerra fredda e da questo vogliamo trarre insegnamento per prepararci meglio per i tempi che verranno". (ANSA)
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