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Disabilità: Come-In,rendere piccoli e medi musei accessibili

Ince partner principale. Valorizzare cultura Europa Centrale

19 settembre, 19:56

(ANSA) - UDINE, 19 SET - Valorizzare il patrimonio culturale dell'Europa Centrale e ampliare le capacità dei musei di piccole e medie dimensioni, rendendo accessibili a persone con varie disabilità. È l'obiettivo del progetto interreg Come-In (Cooperating for Open access to Museums - towards a wider INclusion), che ha per lead partner il Segretariato esecutivo dell'iniziativa centro europea e riunisce un'ampia rete di musei, associazioni, accademici, centri di formazione e decisori politici, presentato oggi nel salone Parlamento del Castello.

"Credo che questo progetto possa contribuire a mantenere vivo il raccordo di valori e cultura in popoli e nazioni nell'Europa centrale e balcanica, ma anche nell'Unione europea", ha salutato il progetto il segretario generale dell'Ince, ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri.

Il progetto si prefigge di stabilire standard transnazionali e linee guida per l'organizzazione di mostre ed eventi culturali accessibili a tutti. I musei che si adegueranno agli standard, testati nel quadro di azioni pilota e corsi di formazione per i dipendenti, otterranno quindi il marchio "Come-In".

"L'inclusione e l'accessibilità sono sfide che riguardano tutti noi, sono questioni di civiltà che una città come Udine considera nodali prima di tutto da un punto di vista politico e che ha deciso di affrontare anche attraverso i propri servizi culturali", ha sottolineato Federico Pirone, assessore alla Cultura del Comune di Udine che ha aderito al progetto e ha reso il museo archeologico primo museo dell'accessibilità di Udine.

"La normativa è buona, chiede risultati e non dà prescrizioni rigide. C'è bisogno di diffondere questi principi e buone pratiche. Ma la sensibilità sta crescendo e anche il Mibact ha un ufficio dedicato ai progetti speciali", ha aggiunto Lucia Sarti, delegata del rettore all'accesso e alla frequenza degli studenti disabili dell'Università di Siena.

Il progetto, che ha ricevuto un finanziamento europeo di quasi 320 mila euro, coinvolge 12 partner di Polonia, Austria, Germania, Croazia, Slovenia e Italia. (ANSA).

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