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Giorno memoria: ricordo Olocausto liceo italo-serbo Belgrado

Con ambasciatore Manzo. Iniziativa Istituto italiano cultura

26 gennaio, 13:13
(ANSA) - BELGRADO - Per non dimenticare e per trasmettere alle prossime generazioni la memoria di un momento buio della storia del mondo affinchè tragedie quali l'Olocausto rimangano come monito permanente contro discriminazione e odio. È questo l'obiettivo della giornata che oggi al III Liceo di Belgrado vedrà protagonisti i ragazzi e le ragazze della sezione italiana in occasione del Giorno della Memoria per ricordare le vittime dell'Olocausto.

Per iniziativa dell'Istituto Italiano di Cultura, i giovani belgradesi che hanno scelto di svolgere interamente in italiano il loro corso di studi superiori - che in questi giorni hanno approfondito il tema dell’Olocausto nella letteratura italiana insieme al professore Giovanni Rubino – intendono riflettere sulle tragiche vicende che hanno colpito il popolo ebraico nell’Europa degli Anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso.

L'incontro, al quale partecipera' l’ambasciatore italiano in Serbia, Giuseppe Manzo, si concluderà con la proiezione del film “L’oro di Roma” del regista Carlo Lizzani.

Il film di Lizzani, liberamente ispirato al saggio “16 ottobre 1943” di Giacomo Debenedetti, racconta le vicende precedenti il rastrellamento del Ghetto ebraico di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943 da parte degli occupanti nazisti. In quell’occasione, le Autorita’ naziste avevano intimato al presidente della comunita’ israelitica romana di consegnare 50 chili d’oro entro due giorni e, in caso di mancata consegna, 200 capifamiglia ebrei sarebbero stati arrestati. Inizia cosi’ un’affannosa ricerca che coinvolge tutto il Ghetto ma anche molti altri romani solidali con i loro concittadini ebrei, nella quale si innesta la difficile storia d’amore tra lo studente cattolico Massimo e Giulia, ragazza ebrea che accetta di farsi battezzare per poterlo sposare, ma che poi, al momento della deportazione dei suoi correligionari, si unisce a loro, incapace di tradire le proprie radici. (ANSA)
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