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L'Istria contesa dell'agente segreto Cionci

La storia dietro le quinte nel libro "L'Ultimo testimone"

26 febbraio, 19:30

di Pierluigi Franco

 

   (ANSA) - TRIESTE - E' forse la parte più affascinante e più bella di quella che fu la Jugoslavia. Prima ancora era conosciuta come "provincia di Trieste", asburgica per secoli e poi italiana. L'Istria, terra per lungo tempo contesa, è oggi croata e slovena, a pieno titolo nell'Unione europea. Ma la sua storia nel Novecento è stata anche storia di scontri brutali, di eccidi nazisti, di vendette titine e, infine, della fuga degli esuli italiani conosciuti ancora come 'istriani'.
   E' in quella terra affascinante e difficile che si svolge la storia di Sergio Cionci, oggi novantatreenne, nato e cresciuto a Pola fino all'esodo degli italiani cominciato dopo il trattato di Parigi del 1947. Passato da allievo ufficiale della Regia aeronautica a partigiano nelle formazioni antifasciste istriane, Cionci fu reclutato dai servizi segreti italiani per i quali svolse, dal 1947 al 1952, attività di agente tra Trieste e l'Istria. A raccontare la sua storia, nell'unico libro sullo spionaggio italiano durante la 'Guerra fredda', è Andrea Romoli, giornalista Rai che ha raccolto la testimonianza di Cionci riuscendo a rendere la storia, narrata dal protagonista, un avvincente racconto che si sviluppa in stile semplice e lineare.
   Cionci è uno dei 28 mila italiani costretti a lasciare la nativa Pola. Il reclutamento nei servizi segreti avviene dopo l'esodo ed è facile reazione ai torti subiti dagli italiani d'Istria. Oggi, a tanti anni di distanza, l'ex agente ha deciso di far conoscere quella parte di storia rimasta dietro le quinte. Con memoria incredibile, a dispetto degli anni, svela al lettore un inedito spaccato del confine orientale all'inizio della guerra fredda.

   Tutto passa attraverso il misterioso Mario Casale, direttore dell'Ufficio corrispondenti delle Venezie. Una fantomatica agenzia di stampa con un unico domicilio conosciuto: Casella postale Gorizia 72. E' questa la copertura con la quale Cionci costruisce, e tiene in piedi per cinque anni, una rete informativa che metterà spesso sotto scacco il potente apparato della polizia segreta jugoslava. Agenti, esuli doppiogiochisti, infiltrati e donne coraggiose costituiscono le pedine attraverso le quali Cionci opera e che oggi rivivono nelle pagine de 'l'Ultimo testimone' con inedite vicende e retroscena spesso sorprendenti. (ANSA).

ANDREA ROMOLI, "L'ULTIMO TESTIMONE - STORIA DELL'AGENTE SEGRETO SERGIO CIONCI E DEGLI ISTRIANI NELLA GUERRA FREDDA" (GASPARI EDIZIONI, PP 175 - 15,00 EURO)

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