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Croazia: ministro all'ANSA, euro nostro obiettivo strategico

Più metà popolazione per area euro.Ma fine kuna no prima di 2023

10 luglio, 16:31

(di Stefano Giantin) (ANSA) - ZAGABRIA, 07 LUG - "Diventare membri dell'Eurozona è il nostro obiettivo strategico e pensiamo che questo sia il momento giusto per iniziare il processo". Lo ha detto all'ANSA Zdravko Maric, ministro croato delle Finanze, dopo che Zagabria ha inviato giovedì una lettera di intenti per entrare nell'Aec II, la 'sala d'attesa' dell'Eurozona, agli altri Paesi Ue che usano l'euro e alle istituzioni europee. Non c'è un termine preciso per raggiungere l'obiettivo, assicura Maric, malgrado i media locali abbiano ipotizzato un ingresso nell'Aec II (Accordi europei di cambio) nel 2020, mentre la Croazia potrebbe adottare l'euro entro il 2023, nello scenario più ottimistico, ha suggerito al quotidiano Vecernji List il governatore della Banca centrale croata, Boris Vujcic. "Non abbiamo fissato una scadenza specifica per la adozione dell'euro", poiché "in questa fase ci concentriamo principalmente su attività e misure preparatorie e sul rispetto di tutti i criteri per entrare nell'Aec", osserva Maric.

La Croazia vede "benefici significativi e permanenti dall'adozione dell'euro", aggiunge poi Maric. Tra questi, la riduzione dei rischi per la stabilità macroeconomica e finanziaria, condizioni di finanziamento più favorevoli, minori costi di transazione ma anche "l'eliminazione del rischio valutario a cui sono esposte famiglie, società e governo".

"Questi benefici dovrebbero consentire una crescita economica più forte, aumentare l'efficienza economica e rendere la Croazia più attraente per gli investimenti ", prevede Maric.

Croazia che è stata duramente colpita dalla crisi economica globale, sia in termini di calo del Pil sia di disoccupazione, ma oggi si è completamente risollevata ed è pronta a entrare a far parte dell'Eurozona, assicura il ministro. "L'economia croata sta crescendo in modo sostenibile negli ultimi anni", osserva Maric. "Sebbene i tassi di crescita siano inferiori al periodo pre-crisi, il modello di crescita è molto più sano di prima. In particolare, l'andamento delle esportazioni è stato forte, il conto delle partite correnti ha un confortevole surplus, mentre la posizione netta sull'estero è nettamente migliorata". Il Paese, che ha aderito alla Ue nel 2013, si è anche risollevato dal punto di vista economico e dei conti, con" il deficit di bilancio azzerato, il debito pubblico, seppur sopra il 60%, che si riduce del 3% all'anno", mentre "il tasso di disoccupazione è sceso dal 17% del 2013 a circa l'8% nel 2018, in linea con la media Ue ", afferma il ministro. Inoltre, il "sistema bancario croato è altamente liquido, profittevole e ben capitalizzato e i crediti deteriorati delle banche si sono ridotti in modo significativo." I principali rischi per l'economia croata, specifica poi Maric, sono ora "legati principalmente all'ambiente esterno", in testa la crescita delle tensioni commerciali, l'estensione dei dazi doganali, un possibile più forte rallentamento del previsto della crescita economica, ma anche problemi interni, come la "mancanza di forza lavoro", un problema sempre più diffuso nei Balcani e in tutta l'Europa centro-orientale a causa di problemi demografici ed emigrazione. Mentre Zagabria lavorerà per l'adozione dell'euro, le autorità si impegneranno anche a tentare di aumentare il sostegno verso la moneta unica nella popolazione, oggi divisa tra chi vuole mettere in soffitta la kuna e chi ha dubbi sui potenziali effetti negativi della moneta unica, in particolare sui prezzi. Lo faranno attraverso campagne informative sui benefici dell'euro, da lanciare subito dopo l'entrata negli Accordi di cambio. "Un recente sondaggio ha segnalato che oltre il 50% dei cittadini croati sostiene il piano verso l'adesione all'euro", spiega Maric. Tuttavia, "il sostegno all'euro sarebbe probabilmente molto più alto se le persone fossero meno preoccupate dal possibile impatto dell'adozione dell'euro sui prezzi. Tali timori si sono manifestati anche in altri nuovi Stati membri dell'Ue, ma questi hanno iniziato a diminuire dopo l'avvio delle campagne di informazione. Ci aspettiamo - conclude Maric - che succeda lo stesso nel nostro caso." (ANSA).

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