Percorso:ANSA > Nuova Europa > Dossier e Analisi > La Cecoslovacchia 'compie' 100 anni

La Cecoslovacchia 'compie' 100 anni

Fondata nel 1918, si divise in Cechia e Slovacchia nel 1993

02 novembre, 12:22

(di Marco Patricelli) (ANSA) - PRAGA, 2 NOV - I tre colori della Cecoslovacchia proiettati sulla splendida facciata del Museo nazionale di Praga, dopo una clip che ha ripercorso cento anni di storia, quindi l'ammainabandiera dei vessilli della Repubblica Ceca e della Slovacchia tra gli applausi della folla in piazza Vanceslao. La riapertura del museo simbolo identitario, dopo cinque anni di lavori di restauro, non casualmente è coincisa con le celebrazioni per la festa dell'indipendenza del Paese mitteleuropeo, il 28 ottobre, suggellata dallo spettacolo di fuochi d'artificio sulla Moldava, iniziati esattamente alle 19.18: le cifre di quel 1918 che coronò gli sforzi dei padri della Patria Tomáš Garrigue Masaryk (1850-1937), Edvard Beneš (1884-1948) e Milan Rastislav Štefánik (1880-1919). Celebrazioni congiunte in due nazioni che si sono divise nel 1993 e poi ricongiunte nell'Unione Europea nel 2004, ognuna con propria identità. Celebrazioni dappertutto, musei e monumenti a ingresso gratuito, palazzi storici aperti al pubblico con visite guidate, cartelloni e poster. In quella storia iniziata nel 1918 c'è un pizzico di Italia.

Nel bollettino della vittoria firmato dal generale Armando Diaz, il n°1268 delle ore 12 del 4 novembre 1918, accanto alle "51 divisioni italiane, 3 britanniche, 2 francesi" appare anche "una divisione czeco-slovacca". Proprio una settimana prima era stata proclamata la nascita della Cecoslovacchia, una repubblica che raccoglieva l'eredità storica, spirituale e culturale del glorioso Regno di Boemia dei re e degli imperatori inglobato nel 1620 dagli Asburgo, saldando assieme Boemia, Moravia, Slesia e Slovacchia. Se il 14 novembre 1915 Masaryk aveva ideato e diffuso un manifesto programmatico di nascita della nazione ceca e costituito il Consiglio nazionale assieme a Beneš, il primo atto di riconoscimento formale della nascente Cecoslovacchia proveniva proprio da Roma. Il 21 aprile 1918 il presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando e il generale Štefánik firmavano infatti la "Convenzione fra il Governo italiano e il Consiglio nazionale dei paesi Cecoslovacchi" (Consiglio che i Paesi dell'Intesa avevano appena ritenuto "unico rappresentante degli interessi dei cechi e degli slovacchi") che dava veste giuridica e legittimazione alle unità militari cecoslovacche in uniforme grigioverde italiana, da alpini, ma mostrine nazionali biancorosse al posto delle stellette del Regio Esercito. Era questo una dei tre grandi nuclei delle gloriose Legioni cecoslovacche create in Russia, in Francia e appunto in Italia.

Lo slovacco Štefánik (singolare figura di astronomo, militare, pilota, diplomatico e umanista), era giunto a Roma da Parigi agli inizi del 1916 con un duplice obiettivo: alzare i toni della propaganda per incentivare la diserzione dei soldati cechi e slovacchi nelle fila imperiali e fare proselitismo tra i prigionieri di guerra. Il 24 maggio era stato proprio lui ad assegnare, nel corso di una cerimonia solenne all'Altare della patria, la bandiera di combattimento alla 6ª divisione speciale cecoslovacca costituita su due brigate e quattro reggimenti, per 350 ufficiali e 12.500 uomini tra sottufficiali e truppa.

Affidata al comando del generale Andrea Graziani, veniva inserita nella 9ª armata del Regio Esercito. Il 15 giugno i cecoslovacchi in grigioverde avevano il battesimo del fuoco sul Montello e a Fossalta di Piave, battendosi in modo ammirevole e ammirato. In queste battaglie i legionari riportavano 62 morti, 101 feriti e 18 dispersi: 11 di loro, catturati dagli austriaci, erano stati impiccati come traditori, secondo lo stesso trattamento applicato all'irredento Cesare Battisti. Era questo il destino dei soldati cecoslovacchi nel caso fossero caduti nelle mani degli imperiali, e lo sapevano tutti al momento dell'arruolamento. I militari slavi con le mostrine biancorosse saranno protagonisti il 21 settembre della difesa del Dosso Alto di Nago: dei 5 dispersi, quattro saranno impiccati dagli austriaci l'indomani agli ulivi ai piedi del castello di Arco, lì dove sorge un monumento eretto nel 1919 in loro memoria su un terreno donato all'attuale Repubblica Ceca. Il 23 ottobre viene formato il Corpo d'armata cecoslovacco al comando del generale Luigi Piccione, risultante dalla 6ª e 7ª divisione, per circa 25.000 uomini. La proclamazione della Repubblica di Cecoslovacchia porta un'ondata di entusiasmo e la decisiva vittoria dell'Italia sull'Austria a Vittorio Veneto schiude per i legionari la via di casa, in un Paese libero e democratico, anche se i problemi di quella nascita, nel marasma della risistemazione della cartina europea, portano i germi di altre tragedie epocali. (ANSA).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati