(ANSA) - BELGRADO, 22 APR - E' tornata a salire la tensione
politica fra Serbia e Croazia, in coincidenza con le
commemorazioni delle vittime del nazifascismo e del ricordo
delle migliaia di persone, in gran parte serbi e ebrei, morti
durante la seconda guerra mondiale nel campo di concentramento
di Jasenovac, istituito dal regime filofascista croato degli
ustascia. Commemorazioni che si tengono in questi giorni
rigidamente separate fra le delegazioni serbe e croate. Dopo
l'incidente dei giorni scorsi a Belgrado con protagonista il
leader ultranazionalista serbo Vojislav Seselj, che ha
calpestato la bandiera croata e offeso il capo del parlamento
croato, inducendolo a interrompere una visita ufficiale in
Serbia, lo scontro si e' alzato di tono con un batti e risposta
infuocato fra il ministro della difesa serbo Aleksandar Vulin e
le autorita' di Zagabria, che lo hanno dichiarato 'persona non
grata'. "Ai croati da' fastidio che la Serbia dica la verita'
(sul passato fascista della Croazia e sui crimini del regime
ustascia, ndr), a loro non piacciono i serbi che dicono la
verita'", ha detto il ministro Vulin, rivendicando il diritto a
recarsi in Croazia quando e come vuole. E' il comandante supremo
delle Forze armate serbe, il presidente Aleksandar Vucic, che
puo' decidere se lui (Vulin) puo' andare in Croazia, e non le
autorita' di Zagabria - ha affermato il ministro della difesa,
noto per le sue posizioni nazionaliste e filorusse. "Pensavo che
in Europa fosse garantita la liberta' di movimento", ha aggiunto
Vulin che accusa la Croazia di non voler fare una volta per
tutte I conti con il suo passato fascista e ammettere I propri
crimini nel lager di Jasenovac. Belgrado in generale ritiene che
la dirigenza croata non combatta efficacemente i rigurgiti che
rievocano il passato fascista del Paese. "La Germania I conti
col passato li ha fatti, la Croazia no". Il ministero degli
esteri croato, in una nota fatta pervenire all'ambasciata serba
a Zagabria, ha stigmatizzato le affermazioni di Vulin,
dichiarando che la sua presenza non e' gradita in Croazia. Oggi
intanto al memoriale di Jasenovac, dopo le commemorazioni di
ieri da parte dei serbi, ebrei e opposizone croata, si tengono
le cerimonie ufficiale da parte della dirigenza di Zagabria. E
come se non bastasse, e' stata segnalata una provocazione, con
due persone - evidentemente estremisti di destra - che hanno
mostrato uno striscione con la scritta 'Per la patria pronti!',
motto patriottico del movimento ustascia. (ANSA)
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