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Romania: Dipartimento Stato Usa, preoccupa riforma giustizia

'Indebolisce Stato diritto'.Parlamento,no pressioni esterne

28 novembre, 16:07
(ANSA) - BUCAREST - Diventa una questione internazionale la riforma della giustizia proposta dal governo romeno che domenica scorsa ha portato in piazza a Bucarest e in altre città del Paese migliaia di persone. A intervenire con una nota pubblicata sul suo sito è il Dipartimento di Stato americano. La riforma, fa sapere il Dipartimento che si è detto ''preoccupato'', potrebbe ''minare i progressi della Romania nella lotta alla corruzione e indebolire l'indipendenza della giustizia''. Per questo, il Dipartimento di Stato Usa chiede urgentemente al Parlamento romeno di rifiutare la proposta del governo che indebolisce lo Stato di diritto e la lotta alla corruzione''. In tal senso si era già espresso alcune ore prima in un'intervista a un periodico romeno, l'ambasciatore Usa a Bucarest, Hans Klemm. Parole che hanno portato il Parlamento romeno a esprimersi duramente contro la presa di posizione americana. In un comunicato congiunto diffuso oggi dai media locali, i presidenti della Camera, Liviu Dragnea, e del Senato, Calin Popescu Tariceanu, scrivono: ''il Parlamento romeno è rimasto sgradevolmente sorpreso dal comunicato del Dipartimento di Stato americano del 27 novembre 2017 sulla riforma della giustizia.

Vogliamo sottolineare che in ogni discussione con i nostri partner dobbiamo considerare il principio costituzionale - che vige sia negli Stati Uniti che in Romania - che dibattiti, decisioni e voti in Parlamento si svolgono in nome della sovranità popolare e non possono essere oggetto di qualsiasi tipo di pressione''. Gli Stati Uniti d'America, prosegue il comunicato, ''devono fidarsi del Parlamento romeno, che cerca di consolidare l'indipendenza del sistema giudiziario e di rimuovere le influenze politiche nel processo giudiziario ''.

Domenica scorsa, migliaia di persone sono scese in piazza per protestare ancora una volta contro la controversa riforma della giustizia e la riforma del fisco, chiedendo le dimissioni del governo e dei presidenti di Camera e Senato. Tra i vari punti controversi e criticati della riforma la possibilità che il potere di nominare il procuratore generale della Repubblica passi dal capo dello Stato, figura super partes, al ministro della Giustizia. Contestata anche la riforma fiscale e nel campo del lavoro che prevede cambiamenti nel pagamento dei contributi sociali, dall'impresa ai dipendenti. (ANSA).

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