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Praga, riaperta al pubblico la Cappella degli Italiani

Inaugurazione il 22 giugno con ministro Franceschini

19 giugno, 17:01

di Marco Patricelli 

giornalista e docente storia contemporanea)

 

PRAGA - Per diciassette anni il portale che per gli italiani a Praga si apriva sui misteri della fede con il suono della lingua di Dante è rimasto implacabilmente sbarrato: dove non erano riusciti i conflitti, le guerre e le vicissitudini politiche e religiose europee, era riuscito il degrado che si era impadronito della "Cappella dell'Assunzione della Vergine Maria", per tutti la Cappella degli italiani.

Una storia iniziata agli sgoccioli del XVI secolo, un luogo catalizzatore della presenza italiana nel Regno di Boemia sulla spinta della "Congregazione della Beata Vergine Maria Assunta in cielo", anch'essa nota come Congregazione italiana, la qualificata comunità di commercianti e di addetti all'edilizia attiva dal 1573 che nella capitale del regno dell'eccentrico Rodolfo II aveva trovato lavoro, fortuna e prosperità.

Il sofferto e annoso recupero del gioiello in stile manieristico romano, che sorge nel cuore nevralgico di Praga (il Klementinum, a pochi passi da Ponte Carlo percorso ogni giorno da frotte di turisti distratti e ammirati) è costato circa un milione di euro, e il restauro è stato possibile grazie al Ministero degli esteri italiano, quello della cultura ceco, al Comune di Praga, alla Chiesa Greco-cattolica (che ne curerà la gestione) e a illuminati sponsor privati italiani e cechi (tra cui Siad, Brembo, Generali, oltre ad Ahrcos, ditta specializzata in restauro con tecniche innovative e d'avanguardia sotto la direzione di Alessandro Battaglia).

Un evento per la vita culturale praghese, con una solenne cerimonia di inaugurazione in programma giovedì 22 giugno alle 15.00, con l'intervento del Ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, del Ministro della Cultura ceco, Daniel Herman, e dell'arcivescovo di Praga cardinale Dominik Duka. Di lì a seguire, nuova manifestazione nella sede dell'Istituto italiano di cultura di via Vlasska, ai piedi del castello, per il vernissage della mostra "La congregazione italiana di Praga - Una storia secolare", in occasione del quarto centenario della Cappella barocca dell'Istituto. Ambasciatori cristiani, nobili boemi, gente comune spinta dalla curiosità e dal fervore religioso in una terra dilaniata dai conflitti di fede, accorsero nel 1600 alla cerimonia officiata dal Nunzio apostolico Filippo Spinelli che diede con la celebrazione la dimensione spirituale al progetto architettonico sicuramente disegnato da un architetto italiano (sulla cui identità non c'è però unanimità di vedute: la versione più accreditata vuole il progetto di Ottavio Mascarino realizzato da Domenico Bossi) e altrettanto sicuramente realizzato dagli abili artigiani italiani. Era la prima volta, peraltro, che il disegno della pianta ovale varcava le Alpi, e venne scelto proprio per la sua matrice identitaria di "italianità". Mentre le decorazioni saranno ultimate nel 1606, si dovrà attendere il 1736 per poter ammirare gli affreschi, a firma di Giovanni Pietro Scotti.

Allora come oggi la Cappella testimonia la presenza italiana nella Caput Regni, ma adesso si ripropone in tutta la sua valenza storico-artistica, simbolo di una relazione secolare che ha ritrovato nuovo vigore con le forme e i linguaggi della modernità e con il respiro europeo della contemporaneità.

Proprio per questo motivo sia l'Ambasciata d'Italia sia l'Istituto di cultura, nelle persone dell'ambasciatore Aldo Amati e del direttore Giovanni Sciola, si sono tenacemente impegnati in un'operazione di recupero già diverse volte tentata in passato senza troppa fortuna, nonostante l'impellenza per i danni creati da crepe e infiltrazioni d'acqua che hanno messo a rischio l'esistenza stessa degli affreschi.

Una pagina di storia che torna alla luce e all'antico splendore, riportando a pieno titolo la Cappella degli italiani (o di San Carlo Borromeo) nell'articolato e variegato sistema culturale praghese.. E questo in un periodo in cui è cresciuta in maniera significativa la presenza italiana in riva alla Moldava (quasi 5.500 quelli iscritti all'Albo degli italiani residenti all'estero, quindi un numero per difetto): ieri come oggi in cerca di quelle opportunità di lavoro e di realizzazione professionale che soprattutto i giovani non riescono altrimenti a intercettare. (ANSA).

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