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Consiglio FVG dona ad Arsia mostra su tragedia miniera
Iacop commemora disastro che causò 185 vittime italiane
01 marzo, 12:20
(ANSA) - TRIESTE - Il Consiglio regionale del Friuli Venezia
Giulia ha donato al Comune di Arsia-Rasa (Croazia) la mostra
sulla tragedia della miniera locale, avvenuta il 28 febbraio
1940, che fece 185 vittime italiane, e 147 feriti.
L'esposizione, allestita lo scorso anno a Trieste, ora è ospitata negli spazi del centro culturale della cittadina istriana per rimanervi in modo permanente. A sottoscrivere l'atto di donazione nel municipio il presidente Franco Iacop, accompagnato da Claudio Violino dell'Ufficio di presidenza, e il sindaco Glorija, Paliska Bolterstein.
L'iniziativa ha richiamato ad Arsia autorità e rappresentanti dell'associazionismo e sindacali, anche dalla Francia e dal Belgio, nel ricordo del disastro di Marcinelle del 1956, che accomuna le due comunità.
"Fino a pochi anni fa - ha sottolineato Iacop - quanto accadde qui era poco conosciuto, mentre è giusto che si sappia, che se ne parli, perché fa parte della storia della nostra gente, del lavoro e del sacrificio che ne hanno segnato l'esistenza. Per questi motivi è giusto che la mostra voluta dal Consiglio regionale trovi qui la sua collocazione naturale e definitiva, un luogo al quale vogliamo rappresentare i nostri sentimenti di amicizia e di fratellanza". (ANSA).
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L'esposizione, allestita lo scorso anno a Trieste, ora è ospitata negli spazi del centro culturale della cittadina istriana per rimanervi in modo permanente. A sottoscrivere l'atto di donazione nel municipio il presidente Franco Iacop, accompagnato da Claudio Violino dell'Ufficio di presidenza, e il sindaco Glorija, Paliska Bolterstein.
L'iniziativa ha richiamato ad Arsia autorità e rappresentanti dell'associazionismo e sindacali, anche dalla Francia e dal Belgio, nel ricordo del disastro di Marcinelle del 1956, che accomuna le due comunità.
"Fino a pochi anni fa - ha sottolineato Iacop - quanto accadde qui era poco conosciuto, mentre è giusto che si sappia, che se ne parli, perché fa parte della storia della nostra gente, del lavoro e del sacrificio che ne hanno segnato l'esistenza. Per questi motivi è giusto che la mostra voluta dal Consiglio regionale trovi qui la sua collocazione naturale e definitiva, un luogo al quale vogliamo rappresentare i nostri sentimenti di amicizia e di fratellanza". (ANSA).
