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Bosnia, Fuele rinuncia a mediazione tra forze politiche

Nuovo nulla di fatto in negoziato su discriminazione minoranze

20 febbraio, 16:53

(ANSA) - SARAJEVO - Il commissario Ue all'allargamento, Stefan Fuele, ha deciso di porre fine al proprio impegno nell'aiutare i leader politici bosniaci a trovare un accordo sulle modifiche della Costituzione e della legge elettorale per eliminare la discriminazione delle minoranze, come impone una sentenza della Corte europea per i diritti umani del 2009. Al termine di una nuova serie di colloqui con le forze politiche a Sarajevo, Fuele si e' detto deluso per il nuovo nulla di fatto registratosi nella trattativa fra i sette maggiori partiti del Paese, conclusasi la scorsa notte. "La Bosnia in questo momento sta violando un obbligo internazionale - ha detto il commissario Ue - ed è una vergogna per i politici che il Paese si trovi in questa situazione". Attualmente, appartenenti alle minoranze non possono candidarsi alla presidenza tripartita, 'riservata' solo a serbi, croati e musulmani, e alla Camera dei popoli, il secondo ramo del parlamento. Le trattative si sono arenate perché i partiti nazionalisti croati insistono affinche' venga al contempo creato un meccanismo che impedisca che le altre etnie possano votare, ed eleggere, l'esponente croato della presidenza collegiale. "Non è un insuccesso mio, ma dei politici bosniaci", ha detto oggi Fuele ed ha invitato i leader locali a non ignorare la voce dei cittadini che in questi giorni protestano e rivolgono alle autorità richieste "ragionevoli". Anche oggi sono scese in piazza centinaia di persone a Sarajevo, Tuzla e in altri centri della Bosnia-Erzegovina.

"Mi fa piacere che i cittadini abbiano preso l'iniziativa per quanto riguarda la lotta alla corruzione", ha detto Fuele che stamane ha anche incontrato i rappresentanti della 'assemblea plenaria dei citadini' e della società civile. Fuele ha sottolineato che Bruxelles continuerà a sostenere la Bosnia sulla strada verso l'Unione europea, e ha annunciato tre iniziative che si stanno pianificando: un programma di riforme economiche, un'accelerazione dei progetti legati ai fondi europei e l'estensione del dialogo strutturale sulla giustizia. Intanto, eliminare la discriminazione è una condizione per l'eventuale concessione dello status di paese candidato all'Ue e anche per il riconoscimento delle elezioni previste per l'autunno. (ANSA).

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