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Migranti: Slovenia chiede maggiori controlli da Ue e Frontex

'Oltre a barriere serve maggiore supervisione regionale'

31 maggio, 15:33
(ANSA) - LUBIANA - La Slovenia non è soddisfatta della situazione sulla rotta dei migranti nei Balcani, per questo è necessario che tutti i paesi della regione, la Commissione europea e Frontex si impegnino per fare di più. Lo ha detto il segretario di Stato del ministero degli interni, Bostjan Sefic, in un'intervista all'agenzia STA, nella quale ha sottolineato la crescita del numero di migranti che dalla Turchia attraverso Grecia, Macedonia, Serbia, Croazia e Slovenia arriva in Europa occidentale. E una nuova rotta sembra essersi aperta dalla Grecia attraverso Albania, Montenegro e Bosnia, un percorso lungo il quale l'Agenzia europea per la guardia di frontiera e la guardia costiera (Frontex) dovrebbe essere più attenta, ha detto Sefic. Anche se la Slovenia non è la destinazione principale di questi migranti, sono molti quelli che richiedono asilo nel paese, il primo Stato dell'area Schengen lungo la rotta. Uno dei problemi è che la Serbia ha introdotto la liberalizzazione dei visti con l'Iran e alcuni paesi africani: "cio' significa che queste persone entrano in Serbia in modo completamente legale", ha proseguito Sefic, secondo il quale in questo modo circa 2.000 persone non sono rientrate in Iran alla fine di aprile. Un simile percorso è possibile anche dalla Turchia alla Bosnia. Al momento la Slovenia registra 50 tentativi di ingresso ogni giorno, un numero che infastidisce Sefic, il quale ha annunciato, anche alla luce di questo aumento, la costruzione di nuove "barriere tecniche temporanee" in alcuni zone di confine, soprattutto nell'area di Kolpa, il fiume che segna il confine naturale fra Slovenia e Croazia, per dissuadere l'attraversamento che ha già provocato vittime fra i migranti. "Abbiamo rafforzato i controlli ai valichi di frontiera, perché i migranti illegali si trovano nei camion e nei treni, e diamo anche spazio a misure compensative all'interno del paese", ha spiegato Sefic, per intercettare e rompere le reti di contrabbandieri di esseri umani. In conclusione il segretario di Stato ha sottolineato che le recinzioni da sole non possono risolvere il problema, per il quale è necessaria una supervisione d'insieme e una cabina di regia a livello regionale. (ANSA).

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