Mercato pesce Trieste riferimento per vicina area balcanica
Piccolo ma internazionale, รจ da 12 anni in sede provvisoria
17 aprile, 18:26L'ordinato mercato del pesce di Trieste benché piccolo è un trafficato luogo internazionale, e non solo per quanto riguarda gli acquirenti: giungono qui le scarpene dal Marocco, il pesce persico dalla Tanzania, i branzini dell'Atlantico finiti nelle reti dei francesi e degli spagnoli, il salmone norvegese, le aquile del mare (una specie di grossa taglia simile a razze che non abita nel Mediterraneo). Ma allora di pesce fresco e locale non ce n'è? ci si potrebbe chiedere. C'è, invece, tutto il pesce fresco dello Adriatico - sarde, sardoni, rombi, branzini (più piccoli di quelli oceanici) prevalentemente tirato su dai pescatori sloveni e soprattutto croati che hanno nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia il mercato di riferimento con denominazione Ue, il cosiddetto bollo CE.
I pescatori triestini, invece, lavorano prevalentemente durante l'estate, pesce azzurro in particolare; complessivamente tuttavia il pescato locale non supera per quantità il 10 per cento del prodotto in vendita.
Come tutti i mercati del pesce, anche quello triestino lavora all'alba: intorno alle quattro arriva la responsabile, Patrizia Vitiello, fino alle 4,30 entra la merce, con i camion o - per i locali - con i pescherecci, le sacaleve (barche con lampare), che vengono ormeggiate all'esterno. Il pesce viene a mano a mano controllato dal punto di vista sanitario e dunque ha accesso alla vendita. Alle 5:15 Vitiello urla "dentro" e le circa 150 persone di varia nazionalità in attesa si riversano tra le cassette impilate. Comincia la contrattazione, si negozia con i tre commissionari. Alle 6:30 è tutto finito (in estate il mercato resta aperto più a lungo).
Il mercato triestino, gestito dal Comune, si trova da 12 anni in una sede provvisoria nella zona Scalo legnami, una cui ala è crollata molti mesi fa. Ha un giro di affari di circa 12 milioni di euro l'anno, che significa un incasso di 130 mila euro, a fronte di 300 mila di costi (di cui la metà soltanto per manutenzione).