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Rapporto, Europa centrale vulnerabile influenze Russia, Cina

Democrazie meno consolidate obiettivo regimi autoritari

05 dicembre, 10:43
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO - L'Europa centrale e orientale, in particolare Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, è "vulnerabile all'influenza politica di regimi autoritari", in testa Russia, Cina e Turchia. Lo sostiene un nuovo rapporto, intitolato "Doors Wide Shut", risultato di un progetto realizzato in collaborazione tra il think tank ungherese Political Capital, l'analista politico slovacco Grigorij Meseznikov e il Prague Security Studies Institute, iniziativa finanziata dalla fondazione Heinrich-Böll-Stiftung. "La regione dell'Europa centrale e orientale è particolarmente esposta all'influenza politica dei regimi autoritari", tra cui Cina, Russia e Turchia, Paesi che adottano strategie di influenza diverse nell'area, si legge nello studio.

Per obiettivo, Paesi con "democrazie meno consolidate", dove "le istituzioni sono più deboli e gli stessi governi locali utilizzano una retorica populista per mantenere il loro consenso", ha certificato lo studio, firmato da Patrik Szicherle, Grigorij Meseznikov, Jonas Syrovatka, Jakub Merc e da Peter Kreko.

Secondo il rapporto, i regimi autoritari presi in considerazione "hanno vita più facile in Ungheria", poiché il governo di Budapest sta cercando da anni di diventare una "testa di ponte" tra Oriente e Occidente. Questo lascerebbe "aperta la porta a influenze autoritarie sul paese". L'Ungheria sta incoraggiando "investimenti russi, cinesi e turchi nell'economia per finanziare gli oligarchi filo-governativi", spesso "ostacolando" decisioni comunitarie che intralciano questi piani. Tra gli esempi citati, "l'istituzione a Budapest del quartier generale della Banca internazionale per gli investimenti (IIB) sostenuta dal Cremlino", "organizzazione che potrebbe fungere da centro di intelligence russo", ma anche "l'apertura in Ungheria del primo ufficio del Turkic Council, che potrebbe intensificare gli sforzi di lobby da parte degli Stati di lingua turca per pesare sulle decisioni di Budapest all'interno del sistema istituzionale occidentale".

Slovacchia e Repubblica Ceca starebbero invece subendo una pressione meno forte da parte dei regimi autoritari in esame, anche se essi "hanno i loro sostenitori nella vita politica ed economica, come il presidente ceco Milos Zeman e il presidente del parlamento slovacco, Andrej Danko". Nondimeno, in questi paesi, principalmente Russia e Cina sono attive nel "corteggiare forze politiche anti-occidentali" e sul fronte economico, con progetti di investimento e attraverso l'intelligence.

Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria condividono inoltre "vulnerabilità" comuni. E in questa fragilità si è incuneata la Russia sfruttando la "dipendenza energetica", la "condivisione di informazioni tra funzionari locali e il Cremlino" ma anche "le opinioni filo-russe di alcuni strati delle popolazioni indigene", dove i portali locali del Cremlino stanno compiendo costanti azioni di propaganda. La Cina si sta invece concentrando sulle "aspettative troppo elevate dei governi locali riguardo ai benefici economici che potrebbe portare la cooperazione con Pechino". La Turchia è infine una "minaccia minore" a causa delle sue limitate capacità finanziarie e per il fatto che si tratta di "un membro della Nato e un paese candidato all'Ue". Solo l'Ungheria sta mostrando una debolezza sistemica nei confronti della Turchia, "principalmente per gli stretti legami personali e nepotistici del premier ungherese e di attori governativi e filo-governativi turchi".

In generale, Mosca, Ankara e Pechino stanno aumentando il loro ruolo nella regione in quanto possono usare "attori politici amichevoli locali per interrompere l'unità della comunità occidentale e influenzare determinate politiche". E, spiega la ricerca, "l'avvento al potere di regimi illiberali" in Europa aiuta Russia, Cina e Turchia a "relativizzare i propri sistemi politici". "La nostra ricerca mostra che una volta che un governo filo-orientale è al potere in un paese occidentale, i regimi autoritari" dell'Oriente vicino ed estremo "hanno un percorso relativamente spianato per condizionare le decisioni delle istituzioni occidentali". (ANSA).

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