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Cinema: nelle sale la storia dell'attentato al Boia di Praga

Rilettura dell'uccisione di Reinhard Heydrich, numero 3 nazista

13 giugno, 15:37
70th anniversary of the destruction of Lidice 70th anniversary of the destruction of Lidice

di Marco Patricelli

giornalista e docente storia contemporanea

 

PRAGA - Una storia a due voci che si rincorrono e si intersecano: quella di Reinhard Heydrich, numero tre del regime nazista e Reichsprotektor di Boemia e Moravia, dove conquistò il sinistro soprannome di "boia di Praga"; quella dei patrioti cecoslovacchi che si fecero paracadutare dall'Inghilterra con la missione di ucciderlo.

A 75 anni dai fatti, che si snodarono tra maggio e giugno 1942, approda nelle sale un'ulteriore rilettura cinematografica, con la coproduzione anglo-franco-belgo-americana realizzata dal regista Cédric Jimenez sul romanzo bestseller del francese Laurent Binet, "HHhH" (Himmlers Hirn heißt Heydrich, Il cervello di Himmler si chiama Heydrich, del 2011). Il titolo scelto per la distribuzione internazionale, più comprensibile al vasto pubblico, è "The Man with the Iron Heart": l'uomo dal cuore di ferro era una frase coniata per Heydrich da Adolf Hitler, e nelle sue intenzioni doveva lodarne le virtù nazionalsocialiste.

La pellicola si avvale delle interpretazioni di Jason Clarke (Reinhard Heydrich), Rosamund Pike (Lina von Osten, moglie di Heydrich), Jack O'Connell (Jan Kubis), Jack Reynor (Jozef Gabcík), Mia Wasikowska (Anna Novak), e segue di pochi mesi un'altra coproduzione internazionale (Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Francia) diretta da Sean Ellis, "Anthropoid".

Heydrich, onnipotente capo del servizio segreto delle SS (SD - Sicherheitsdienst) è l'uomo che volle la Conferenza di Wannsee per l'avvio sistematico della "Soluzione finale", lo sterminio industriale di 11 milioni di ebrei europei. A Praga era succeduto come Reichsprotektor all'ex diplomatico Konstantin von Neurath, ritenuto troppo accondiscendente, reprimendo ogni dissenso e ogni opposizione senza pietà e instaurando il terrore. Il governo cecoslovacco in esilio, col suo presidente Edvard Benes, aveva allora accarezzato il piano di eliminarlo.

Nasceva così l'Operazione Anthropoid. Nome scelto non a caso: l'antropoide era proprio Heydrich, il quale di umano aveva solo l'aspetto che celava la belva sanguinaria. Di famiglia cattolica, colto, raffinato, elegante violinista, possedeva una spregiudicatezza e una crudeltà che ne facevano l'uomo più pericoloso del Terzo Reich.

Il 27 maggio due componenti del commando cecoslovacco paracadutato alla fine del 1941, Jozef Gabcík e Jan Kubis, attendevano al varco la sua Mercedes targata SS-3; nonostante una serie incredibile di imprevisti Heydrich veniva ferito a morte e sarebbe spirato il 9 giugno per setticemia. Il 10 i tedeschi, già impegnati in una gigantesca caccia all'uomo, scatenavano una feroce rappresaglia trucidando tutti gli abitanti maschi di più di 16 anni, bruciando e facendo scomparire l'intero paese di Lidice, deportando nei lager donne e bambini, tranne 17 ritenuti adottabili da famiglie tedesche.

Erano le prime centinaia di vittime di una vendetta che fece inorridire il mondo civile. Per il tradimento di un paracadutista, Karel Curda, il nascondiglio degli attentatori, la chiesa ortodossa di Cirillo e Metodio, venne scoperto e circondato dalle SS. Un lungo conflitto a fuoco, il 18 giugno 1942, chiudeva nel sangue l'Operazione Anthropoid: i paracadutisti combatterono per ore, fino all'ultima pallottola che tennero per loro nella cripta inondata d'acqua. La vendetta per l'eliminazione di Heydrich, il nazista di più alta carica ucciso nel corso della seconda guerra mondiale, costò migliaia di vittime e di deportati nei campi di sterminio e stroncò la resistenza cecoslovacca.

Il film ripercorre la vicenda di Anthropoid intrecciandola all'ascesa e al potere di Heydrich, più romanzo che film storico, con qualche licenza e qualche forzatura. Nonostante il budget elevato, nell'accuratezza ricostruttiva, si è incappati in alcuni anacronismi ('maschinenpistole' per la strage della Notte dei lunghi coltelli; la scritta "Cecoslovacchia" nel 1941, quando il Paese non esisteva più da almeno due anni) e alcune cadute di stile, come nelle location dell'attentato e soprattutto della chiesa di Cirillo e Metodio. Ma va sempre rimarcato che un film è un film, non è un documentario storico, e per di più su questo incide l'origine dell'originale romanzo di Binet. Dal punto di vista della narrazione, anche per il pathos, si fa comunque preferire il precedente "Anthropoid", auspicando che ambedue abbiano presto distribuzione e pubblico in Italia.

In questi giorni, peraltro, in Repubblica Ceca la memoria di quegli eventi, vivissima, ha innescato una serie di sentite e partecipate celebrazioni: la rievocazione storica dell'attentato Heydrich, sulle strade di Praga 8, il ricordo delle vittime innocenti a Lidice, l'omaggio ai paracadutisti-eroi a Karlovo Namesti, le visite commosse alla chiesa e alla cripta di Cirillo e Metodio.

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