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Energia: studio Ong,fiumi europei a rischio per idrocentrali

EuroNatur, Riverwatch, Wwf, Balcani regione piĆ¹ in pericolo

28 novembre, 19:03
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 28 NOV - Molti fiumi europei, in particolare tanti che scorrono nei vicini Balcani ma anche nelle Alpi, sono minacciati dai progetti di costruzione di quasi 9.000 nuove dighe e piccole centrali idroelettriche, che sarebbero significativamente dannose per l'ambiente, per la flora e la fauna. La denuncia è contenuta in un nuovo studio commissionato da EuroNatur, Riverwatch, Wwf e Grupo de Estudos de Ordenamento do Território e Ambiente (Geota), reso pubblico oggi.

Lo studio è il "primo inventario" delle centrali idroelettriche esistenti e pianificate in tutta Europa ", spiegano in una nota EuroNatur e Riverwatch, osservando che la ricerca appena pubblicata visualizza "l'immensa pressione sui fiumi in tutto il continente" europeo. Oltre alle 21.387 centrali idroelettriche esistenti oggi in Europa, "sono previsti altri 8.779" impianti, progettati "principalmente nelle Alpi e nei Balcani", rivela lo studio. "Fiumi mai toccati in passato" dalla mano dell'uomo, "specialmente nei Balcani, saranno distrutti. Più di un quarto (2.500) di questi progetti per la produzione di energia idroelettrica sono situati in aree protette, principalmente in parchi nazionali e siti Natura 2000", hanno rimarcato le organizzazioni.

La maggior parte delle centrali idroelettriche in Europa sono piccole centrali idroelettriche, si legge sempre nello studio, dove si rimarca che questo tipo di impianti ha comunque "un grande impatto ecologico perché sono numerose e interrompono la continuità dei fiumi, contribuendo in maniera minima alla produzione di elettricità". In particolare, le centrali idroelettriche, incluse quelle più piccole, interrompono il naturale flusso del fiume, bloccano la migrazione dei pesci e i sedimenti che proteggono le sponde dei fiumi e i delta, oltre a togliere preziose fonti d'acqua alle comunità locali, hanno segnalato gli ambientalisti.

A essere investite dal fenomeno sono particolare "la regione dei Balcani, la Turchia e alcuni Paesi dell'Europa orientale.

Anche l'Albania e la Turchia stanno sviluppando grandi centrali idroelettriche", insieme ad Austria, Portogallo e Svizzera. Una percentuale significativa di nuove centrali idroelettriche (6.409 o 21%) è inoltre progettata in aree protette, dove sono già stati realizzati 3.936 impianti, 2.396 sono quelli progettati e 77 quelli attualmente in costruzione.

Secondo lo studio, "il numero di centrali idroelettriche in Europa è già eccezionalmente alto e la loro sovrapposizione con aree protette rivela un'enorme pressione sulla biodiversità", oltre a dimostrare scarso "rispetto per le leggi europee sulla protezione della natura". Il fenomeno sta causando "significativi cambiamenti idro-morfologici", in particolare nei Balcani e in Turchia, dove "interi tratti di fiume originariamente incontaminati" sono degradati da progetti di sviluppo idroelettrico.

"La costruzione del maggior numero di centrali idroelettriche - oltre 3.000 - è pianificato nei Balcani", ha sottolineato il Ceo di EuroNatur, Gabriel Schwaderer. "La maggior parte di questi fiumi" balcanici "è ancora intatta, alcuni sono addirittura incontaminati. Si tratta di un tesoro europeo che non possiamo permetterci di perdere", ha aggiunto Schwaderer, chiedendo" all'Unione europea di affrontare questi sviluppi nei negoziati di adesione e di insistere sul rispetto della legislazione sulla protezione della natura" con gli stati candidati all'adesione.

"Dobbiamo capire che la già elevata richiesta di risorse idriche, in particolare nell'Europa meridionale, sarà aggravata da un tale" livello di "sfruttamento idroelettrico su larga scala, che si tradurrà in una combinazione mortale per la biodiversità delle acque dolci", ha affermato invece Steven Weiss, professore associato all'Università di Graz. Lo studioso prevede che "almeno 20 e forse fino a 30 specie di pesci d'acqua dolce si estinguerebbero se venissero realizzati" tutti i progetti di sfruttamento idroelettrico pianificati.

Lo studio contiene anche richieste per tutti i Paesi europei e per la Ue, tra cui "un nuovo 'Blue New Deal' per i fiumi europei", "niente più sussidi" per le piccole centrali idroelettriche, "migliore protezione dei tratti fluviali" più importanti dal punto di vista naturale e "un nuovo programma paneuropeo" per il ripristino dei fiumi 'danneggiati' dalla mano dell'uomo. (ANSA).

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