(ANSA) - ROMA - C'è ancora spazio per far crescere
l'interscambio tra Italia e Romania. E questa volta a fare da
traino potrebbero essere i vini. Un mercato su cui Bucarest sta
puntando, che registra dati in crescita, con consumi interni e
produzione in aumento, importazioni in espansione, e un buon
posizionamento dei vini italiani che rappresentano il 40% degli
acquisti esteri del Paese. ''E' solo l'inizio'', commenta ad
ANSA Nuova Europa il segretario di Stato all'Economia romeno,
Bogdan Pandelica, a margine di un incontro tenutosi a Roma,
tutto dedicato ai vini della Romania. ''Il nostro interscambio -
ricorda - vale 11,8 miliardi. E sono certo che anche in questo
campo potremo fare di più''. Con quasi 38 mila aziende presenti
in Romania, l'Italia è il secondo partner commerciale dopo la
Germania. ''Il nostro obiettivo - sostiene Pandelica - è ora
quello di far conoscere al pubblico italiano la qualità dei
nostri vini''. Perché se è vero che il Made in Italy piace e
viene sempre più apprezzato dai consumatori romeni, gli acquisti
italiani di vino romeno non hanno certo raggiunto cifre da
capogiro.
Con 5 milioni di ettolitri l'anno, la Romania è settimo
produttore europeo e sesto per superficie vitata in Ue (con 243
mila ettari). ''Lo scorso anno - prosegue Pandelica - il nostro
export è salito, arrivando a 16,5 milioni di euro, mentre
l'import ha raggiunto il valore di 38 milioni di euro''. Si
tratta di un mercato, afferma Marinela Vasilica Ardelean, primo
sommelier di Romania 2014, che offre dunque molte possibilità,
in continua mutazione sia in termini di palato del pubblico, sia
in termini qualitativi. ''In passato - continua Ardelean, che è
anche brand manager della cantina veneta Foss Marai - si
facevano vini per l'Urss, carichi di alcool e molto dolci. Dalla
fine del comunismo, invece, anche grazie ai fondi strutturali
europei, c'è stata tutta un'opera di recupero dei vitigni
autoctoni e di quelli internazionali''. A bere vino in Romania -
che oggi esporta anche verso i Brics - sono soprattutto
consumatori che hanno oltre 30 anni. ''Soprattutto per motivi di
budget''. Su molti vini importati, infatti, esiste un ricarico
anche fino al 300%, il che rende più difficile l'acquisto da
parte dei giovani''. Anche i vini italiani iniziano ad essere
meglio compresi dal mercato locale, ''ma la qualità di quelli
importati rimane purtroppo ancora troppo bassa'', sostiene
Ardelean. Sugli scaffali il Made in Italy si trova a dovere
competere soprattutto con il Cile, la Francia, Sud Africa e
Spagna.
Con le sue otto regioni vinicole, 5 vitigni autoctoni e 9
internazionali, la Romania ha attirato anche diversi produttori
europei. Tra questi anche cinque italiani. Uno su tutti,
Antinori che attualmente produce per il mercato interno'',
conclude Ardelean che in ottobre al Merano WineFest presenterà
il suo volume dedicato all'abbinamento tra 50 etichette romene
da lei selezionate e 50 piatti italiani d'eccellenza. (ANSA).
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