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Cucina: "nazionale" italiana cuochi stravince a Praga

Cena di gala celebrativa, serata evento a Villa Pellé

25 novembre, 10:35
(di Marco Patricelli) (ANSA) - PRAGA - C'è una Nazionale italiana che stravince ovunque, è inamovibile dal podio e quasi sempre su quello più alto. È la Nazionale dei cuochi, ambasciatori internazionali del 'made in Italy', formata da solisti e fuoriclasse che tutto il mondo ci invidia. Per celebrare la Seconda settimana della cucina italiana nel mondo, gli chef di rango hanno messo insieme risorse, inventiva ed estro tra i fornelli per una cena di gala celebrativa voluta dall'ambasciatore in Repubblica Ceca, Aldo Amati.

Matteo de' Carli, Leonardo Di Clemente, Riccardo Lucque, con la bacchetta del bistellato Michelin, Moreno Cedroni, protagonisti nello scenario ottocentesco dell'incantevole Villa Pellé di Praga di una serata-evento con la crème diplomatico-istituzionale-imprenditoriale italo-ceca. "È evidente che la nostra cucina è preminente su tutte le altre. Rispecchia uno stile di vita, che passa dalle abitudini culinarie, che si è imposto ovunque grazie ai nostri cuochi che in Repubblica Ceca hanno fatto lezioni in tv, aumentando la platea esponenziale di estimatori della gastronomia italiana.

L'obiettivo, adesso - ha precisato l'ambasciatore Amati -, è estenderla da Praga e da Brno verso gli altri centri".

Cedroni ha tenuto fede a un impegno preso proprio col rappresentante diplomatico, e si è detto lieto di poter partecipare a quella che lui stesso ha definito "una cena a otto mani". Ha sottolineato che da un paio d'anni esiste l'associazione degli Ambasciatori del gusto, "nata per affiancare gli ambasciatori veri sul luogo, cercando di portare quelli che sono i sapori e le tradizioni, ma anche far vedere dove sta andando la nostra cucina. Il futuro della cucina italiana è nel suo passato". Rivisitato, aggiornato, innovato. E infatti Cedroni ha voluto omaggiare l'Italia "prendendo tra le mille ricette una che negli ultimi due anni è stata a cuore a tutti: l'amatriciana. Una delle più proposte nel mondo, con esiti più meno favorevoli e materie prime più o meno nobili. Ho voluto portarla a Praga non con il guanciale, ma con il pesce affumicato, sotto forma di lasagna. Un piatto tipico, impreziosito da salsa di pecorino marchigiano e una di basilico per dare questo colore vicino alla nostra bandiera. Prima il gusto, poi il concetto e infine il colore". La seconda ricetta proposta a Villa Pellè, un piatto legato al territorio (le Marche) e all'infanzia: zuppa di pesce impreziosita con bacche di anice stellato, con qualche "differenza rispetto a quella di quella di mia madre che cuoceva nel tegamone". Altre raffinatezze, dagli antipasti ai dolci, affidate alle creazioni di Di Clemente, de' Carli e Lucque, sempre coniugando tradizione e innovazione. "Il cuoco che ha profonde radici - così Cedroni - fa piatti che fanno riconoscere la provenienza anche a chi li assapora chiudendo gli occhi. Quello che non ha tradizioni fa piatti che puoi mangiare in tutto il mondo, standardizzati. La forza di noi italiani è questa. Però i nostri prodotti devono essere rispettati al meglio e devono arrivare dappertutto. I francesi fanno arrivare le materie prime ovunque, grazie a un ente statale che se ne occupa. Da noi non c'è nulla di istituzionale e poi vedi prodotti col nome italiano e i colori dell'Italia che di italiano non hanno nulla". I francesi come avversari di sempre, ma neanche Spagna e Germania scherzano, e si affacciano con autorevolezza anche gli scandinavi, i cuochi danesi in particolare. "Dobbiamo sforzarci di uscire dai canoni della visione della cucina italiana all'estero, con la bella ma semplice tovaglia a quadretti e il piatto ricolmo di spaghetti.

Nell'immaginario collettivo spesso noi siamo questo, mentre la tavola francese o spagnola è ornata, la tovaglia lunga, i cristalli in mostra e una raffinatezza ostentata. Prima usciamo da questo gap folkloristico meglio è. Anche perché - conclude - con i nostri prodotti, che sono unici, vinciamo su tutti".

(ANSA).

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