(ANSA) - ROMA - "Nell'emergenza migranti, l'Europa dovrebbe
passare dalle parole ai fatti e sanzionare quei Paesi membri che
hanno voltato le spalle all'Italia e alla Grecia". Lo afferma a
Repubblica Federico Soda, direttore dell'Organizzazione
internazionale per le migrazioni nel Mediterraneo. "La
Commissione Ue - ricorda Soda - aveva stabilito delle quote di
rifugiati per ogni Paese membro, in base alla popolazione e al
Pil. Ciascuno doveva fare la sua parte, ma molti non hanno
mantenuto le promesse iniziali, altri non hanno aderito fin
dall'inizio". Sulla "lista nera", spiega Soda, ci sono
"Ungheria, Polonia e Austria" che non hanno ancora ricollocato
nessun migrante", mentre "la Repubblica Ceca è da quasi un anno
che non accoglie nessuno. Non per niente la Commissione Ue
minaccia nei loro confronti di avviare una procedura
d'infrazione già a giugno". Sul fatto che per il Parlamento
europeo solo Malta e Finlandia hanno rispettato veramente
l'accordo, Soda osserva: "In effetti c'è un difetto di
solidarietà a livello continentale, che chiama in causa molti
altri Paesi: collaborare alla politica migratoria europea non
dovrebbe essere una libera scelta degli Stati membri. Ma
qualcosa per fortuna si muove. La Germania ha già accolto oltre
2.300 ricollocati, ha solo rallentato nel 2016 perché lei stessa
al centro della pressione migratoria della rotta balcanica. Ma
nel 2017 ha promesso di ricollocare 500 migranti al mese
dall'Italia". (ANSA).
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