Percorso:ANSA > Nuova Europa > Montenegro > Balcani:in 600mila comprano prodotti tabacco su mercato nero

Balcani:in 600mila comprano prodotti tabacco su mercato nero

PiĆ¹ di 300 milioni euro evasi ogni anno anno causa contrabbando

28 settembre, 19:33
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO - Quasi 600.000 persone che risiedono nei Paesi dell'ex Jugoslavia, un'area con una popolazione di circa 21 milioni, acquistano regolarmente da canali illegali prodotti a base di tabacco, un fenomeno che provoca ogni anno 'buchi' milionari nelle casse dello Stato a causa di tasse e accise non pagate. È la stima contenuta in un approfondito nuovo rapporto redatto dall'Institute of Economics di Zagabria, basato su ricerche indipendenti e interviste a 21.000 persone residenti in tutta la regione balcanica. Lo studio, intitolato "Il commercio illegale di prodotti del tabacco: il contrabbando lungo la Rotta balcanica" (BalkanSmugg), ha stimato che circa 581.000 persone nei Balcani comprano prodotti del tabacco sul mercato grigio, di cui 254.000 in Bosnia-Erzegovina, 138.000 in Serbia e 83.000 in Croazia. In media, l'11% dei fumatori dei sette Paesi analizzati - Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Serbia, Macedonia del Nord, Kosovo - si approvvigiona di derivati del tabacco sul mercato nero, in particolare sigarette e tabacco trinciato. La percentuale è molto più alta in alcuni Stati dell'area. Quasi il 28% dei fumatori in Montenegro acquista prodotti da canali illegali, il 20,3% in Bosnia, percentuale che scende al 7,6% in Croazia, il 6,5% in Serbia, il 6,3% in Kosovo, il 3,8% in Macedonia settentrionale, il 3,3% in Slovenia.

"Per otto fumatori su dieci che acquistano sul mercato grigio, il prezzo più basso è la motivazione principale", ha evidenziato il rapporto. "Le sigarette del circuito illegale sono dieci volte più economiche della stessa quantità di sigarette prodotte industrialmente e vendute nei normali negozi in Croazia", si legge nello studio BalkanSmugg. Il rapporto ha dimostrato che "i fumatori" dai Balcani continueranno a servirsi "del mercato grigio fintanto che esso sarà più economico".

Inoltre, quasi la metà di essi nei Paesi presi in considerazione ha confidato "di essersi avvicinata al mercato grigio da quando le sigarette" vendute legalmente "sono diventate più costose" per l'aumento di prezzi e accise e moltissimi hanno ammesso di trovare "relativamente facile" reperire sigarette e tabacco di vario tipo da venditori irregolari.

Tuttavia, circa l'80% dei cittadini della regione considera inaccettabile l'acquisto di marchi di sigarette rubate, contraffatte o di marche sconosciute, senza contrassegni fiscali per evitare le tasse. Lo studio ha rivelato che i "due terzi" degli intervistati ha riconosciuto che potrebbero essere motivati "a smettere di comprare sul mercato grigio se il loro tenore di vita migliorasse".

Il rapporto ha calcolato anche le dimensioni economiche del fenomeno, con il giro d'affari derivante dal traffico illegale di tabacco stimato in oltre 200 milioni di euro all'anno nell'area balcanica, con oltre 306,7 milioni annualmente evasi in relazione al contrabbando di tabacco nei Paesi della regione.

Le perdite dirette variano da nazione a nazione, con il maggiore impatto registrato in Bosnia-Erzegovina - dove le tasse sul tabacco non riscosse a causa del mercato nero rappresentano lo 0,9% del PIL) - Montenegro (0,6% del PIL), Serbia, Croazia e Kosovo (0,2% di PIL).

Lo studio ha anche analizzato le abitudini dei fumatori nella regione. Nei Paesi dell'ex Jugoslavia, in media una persona su tre è fumatore, con la più alta percentuale registrata in Bosnia. La percentuale di intervistati che ha dichiarato di fumare è del 43% in Bosnia, del 41% in Kosovo, del 39% nella Macedonia settentrionale, del 38% in Montenegro, del 37% in Serbia, del 33% in Croazia e del 25% in Slovenia. Il lavorato del tabacco più comune utilizzato sono le sigarette fabbricate industrialmente (88%). (ANSA).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati