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Ue vara riforma allargamento, piĆ¹ peso politico Stati membri

Possibile sospensione negoziati se non rispetto standard europei

05 febbraio, 17:26
(ANSA) - BRUXELLES, 5 FEB - Più peso politico degli Stati membri nelle trattative per l'adesione di nuovi Paesi all'Ue - in particolare, i Balcani occidentali - con la possibilità di attuare misure più incisive per sanzionare eventuali arretramenti dei candidati nelle riforme fondamentali, fino anche alla sospensione dei negoziati. E' questo in sintesi il cardine della riforma del processo di allargamento presentata dal commissario Ue, Oliver Varhely. Cambia anche il raggruppamento dei cosiddetti 'capitoli negoziali', finora aperti e chiusi singolarmente fino a segnare il completamento delle trattative. Con la riforma, saranno divisi in sei gruppi tematici. Di centrale importanza il rispetto degli standard Ue sullo stato di diritto e la democrazia. La nuova metodologia Ue risponde alle preoccupazioni fatte emergere in particolare da Francia e Paesi Bassi che, nell'ottobre scorso, hanno bloccato l'avvio dei negoziati di adesione per l'Albania e la Macedonia del Nord.

La riforma del processo di allargamento annunciata dall'Ue "è da subito applicabile nei negoziati Ue con l'Albania e la Macedonia del Nord". Lo ha detto il commissario Ue per l'Allargamento, Oliver Varhelyi, illustrando l'iniziativa.

Qualora al Consiglio europeo di marzo Tirana e Skopje dovessero ricevere l'atteso via libera per l'avvio dei negoziati Ue da parte dei 27, le nuove misure saranno da subito applicate, ha confermato il commissario. "La nostra valutazione" sull'accesso di Albania e Macedonia del Nord, ha aggiunto Varhelyi, "resta invariata e la difendiamo fermamente: i negoziati devono iniziare". Diverso il discorso per la Serbia e il Montenegro, gli unici due partner balcanici già in trattativa per l'ingresso nell'Unione, per cui le regole restano quelle di prima a meno di una scelta diversa. "Non possiamo di certo cambiare le regole col gioco in corso", ha spiegato Varhelyi, sottolineando che se Belgrado e Podgorica vorranno usufruire delle nuove misure "è una loro scelta ed è giusto che sia data loro la possibilità di farlo". (ANSA).

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