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Via della Seta: Serracchiani, Fvg si conferma ponte per Cina

Presidente a Vienna per 'tre-giorni' 'Bridge for Cities'

26 settembre, 16:31
(ANSA) - VIENNA, 26 SET - Il Friuli Venezia Giulia come terminale della Via della Seta e il suo rapporto strategico con la Cina hanno segnato un ulteriore avanzamento oggi a Vienna con la partecipazione della presidente della Regione Debora Serracchiani alla sessione di apertura della tre giorni "Bridge for Cities. Belt and Road Initiative: developing green economies for cities ("Ponte per le città. L'iniziativa Belt and Road per sviluppare economie verdi per le città") promossa al Vienna International Centre dall'Unido (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale) e dal Finance center for South-South cooperation.

"Un appuntamento importante al quale abbiamo lavorato in tutti questi mesi - ha spiegato Serracchiani - Il confronto sullo sviluppo sostenibile tra le città che si affacciano sulla Via della Seta segna un nuovo punto nelle relazioni con la Cina, in cui spicca il porto di Trieste, indicato come unico scalo di riferimento italiano insieme a Genova nella strategia One Belt One Road dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal presidente cinese Xi Jinping nel forum Italia-Cina in cui il Friuli Venezia Giulia era l'unica regione italiana presente".

La cerimonia di apertura del convegno cui la presidente Serracchiani ha preso parte al Vienna International Centre, solo oratore per l'Italia, ha visto gli interventi del direttore generale dell'Unido Li Yong e del presidente del Finance center for South South Cooperation Cai E-Sheng, i quali hanno siglato poco dopo il memorandum d'intesa per la collaborazione tra i due organismi nella strategia Belt and Road (Via della Seta) sulla quale il Governo cinese è fortemente impegnato e nella quale la World Bank ha già investito 8 miliardi di dollari. Al termine della cerimonia introduttiva del convegno, Serracchiani ha avuto incontri bilaterali con Li Yong e Cai E-Sheng, presente l'ambasciatore Maria Assunta Accili Sabbatini, rappresentante permanente dell'Italia presso le organizzazioni internazionali a Vienna.

"Con il direttore generale del Finance center for South South cooperation, organismo che accompagna le iniziative della Via della Seta dal punto di vista finanziario - ha riferito la presidente - abbiamo prospettato la possibilità che la Cina si affacci in alcune iniziative in vista di Trieste città europea della scienza 2020, evento che valorizza la dimensione leader del Friuli Venezia Giulia nella ricerca e momento per incontrare i Balcani".

Il successivo colloquio con il direttore generale dell'Unido ha riconfermato il legame speciale dell'Organizzazione con il Friuli Venezia Giulia, rapporto, ha detto la presidente, "che ci ha permesso di avere incontri con China Investments a Roma prima e oggi a Vienna in una relazione molto stretta che spero verrà concretizzata in accordi".

Proprio lo scorso luglio la Regione Friuli Venezia Giulia aveva organizzato a Trieste insieme all'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido Itpo Italy) e la Fondazione Italia Cina il Rapporto annuale "Cina 2017.

Scenari e prospettive per le imprese". La finalità di sviluppare, attorno alla Via della Seta, un'economia verde "ha un ruolo centrale per implementare pienamente l'Agenda 2030" sulla sostenibilità perseguita dalle Nazioni Unite e in questo compito "il Friuli Venezia Giulia ha già fatto molto - ha proseguito la presidente - La mia regione è anche parte dell'European Green Belt, l'unico partner italiano a entrare in questo corridoio verde che unifica 24 Paesi lungo la vecchia cortina di ferro". Il direttore generale di Unido Li Yong ha definito l'appuntamento viennese "un grande evento" perché "lo sviluppo urbano sostenibile trasforma il modo il lavoriamo e in cui viviamo".

Come ha ricordato il moderatore Philippe Scholtes, il 70 per cento dell'incidenza sulla sostenibilità del mondo dipende dai contesti urbani.

"Per questo - ha evidenziato il vicepresidente della World Bank Mahmoud Mohieldin - servono concentrazioni di risorse distribuite tra le città" dei 65 Paesi che si affacciano sulla Via della Seta.

E' necessario - il dg Unido - investire "nelle infrastrutture di collegamento tradizionale e nelle "soft infrastructures", le infrastrutture che attengono a servizi, cultura, società e comunicazione.

Secondo Serracchiani, "negli ultimi tempi abbiamo assistito a una corsa verso il basso in termini di standard di lavoro e di ambiente. Ora c'è bisogno di promuovere investimenti che si focalizzino sulle persone". Ecco perché, ha concluso, "l'Unione europea - come la Cina - vuole assicurare posti di lavoro di alta qualità per i suoi cittadini e uno sviluppo economico verde", obiettivi che possono essere perseguiti "incoraggiando abilità che sono essenziali per economie più resilienti e società più inclusive".

Sono inoltre intervenuti il presidente del Finance center Cai E-Sheng, Wang Xiaotao, vicepresidente nella Commissione nazionale cinese Sviluppo e Riforme, e l'ex presidente della Repubblica austriaca e attuale presidente dell'Istituto austriaco per le Scienze Umane Heinz Fischer. (ANSA).

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