Progressivo
indebolimento in termini di riduzione di servizi e di iscritti
nell'Università di Termoli. Lo denuncia la Rete della Sinistra
Termolese che sottolinea uno:"strisciante svuotamento della
struttura di Termoli che ricorda troppo da vicino ciò che è
successo negli ultimi 12 anni al San Timoteo e in generale alla
sanità molisana". Per il movimento politico:"quando si vuole
privare una comunità di un presidio non servono attacchi
frontali, basta eroderne pian piano il funzionamento, renderlo
inefficiente fino a farlo apparire sempre più precario e inutile
- fanno sapere gli esponenti -. Non vorremmo dover assistere
impotenti alla cancellazione di un altro presidio cittadino,
come è avvenuto per la chiusura del tribunale, per la facoltà di
ingegneria spostata a Campobasso da un giorno all'altro e
sostanzialmente anche per l'ospedale, senza reazione, almeno a
livello di mobilitazione di massa".La Rete della Sinistra
conclude con un appello alla popolazione locale affinché sia
vigile:"Il funzionamento del polo termolese, relativo alle
scienze del turismo e del cibo, è stato sospeso, ufficialmente a
causa del covid ma con motivazioni reali probabilmente diverse,
concernenti la dimensione della sede. Altrimenti non si
spiegherebbe perché le altre sedi Unimol sono rimaste
aperte".Una eventuale chiusura dell'università a Termoli avrebbe
conseguenze gravissime: in termini di opportunità per i nostri
giovani, mai come ora nel tempo del Covid; in termini di
arricchimento culturale, di occasioni di incontro e confronto,
di vivacità intellettuale e di possibilità di lavoro. Getterebbe
alle ortiche tutto ciò che in questi anni si è costruito intorno
alle nuove facoltà legate al cibo e al territorio.Sembra proprio
che a Campobasso si consideri sistematicamente di nessun
interesse il territorio basso molisano, e lo si ritenga un peso
fastidioso invece della preziosa risorsache esso costituisce.
Che sia convinzione di tutte le istituzioni regionali il poter
impunemente sottrarre strutture e fondi al Basso Molise per
dirottare altrove risorse, tanto qui nessuno protestaNon
vogliamo credere che i cittadini di Termoli rimarranno
indifferenti a questo attacco ai loro diritti, a questa palese
negazione del ruolo di Termoli, seconda città della regione per
popolazione e probabilmente prima per turismo, terziario e
industria. Ci indigna pensare che i sacrifici e lo studio dei
nostri studenti possano non valere nulla ed essere interrotti e
vanificati così, senza motivazioni e senza preavviso.Le
spiegazioni fornite ieri dal Comune, in risposta alla nota del
Prof. Barone, appaiono infatti assolutamente insufficienti:
dall'Università sono arrivate solo risposte parziali, che
parlano di normale attività a distanza per Covid.Così non é. Con
Decreto Rettorale del 3 novembre 2020, è stata infatti disposta
la "sospensione temporanea del funzionamento della sede
decentrata di Termoli a far data dal 4 novembre".L'università è
stata dunque chiusa senza spiegazioni precise, mentre le sedi di
Campobasso e Pesche hanno continuano, a quel che sappiamo, la
loro attività.Ci auguriamo che le nostre informazioni siano
smentite: non si prende in giro una comunità intera.Se così non
fosse, chiediamo al Sindaco di Termoli di intervenire
immediatamente a difesa di quello che è un presidio fondamentale
della vita cittadina; riteniamo sia doveroso discuterne in
consiglio.E lanciamo da ora un appello alla popolazione perchè
vigili attivamente su questo ennesimo, importantissimo tassello
della vita della città che rischiamo di perdere: si informi e
faccia sentire la sua voce, se davvero prendesse corpo questa
eventualità.Andando avanti di questo passo, del resto, non ci
sarà più bisogno di mobilitarci; perché non sarà rimasto più
nulla da difendere.
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