Cento scatti che hanno girato
il mondo e che il mondo conosce, più dieci inediti. Immagini di
grande impatto emotivo che immortalano il talento e la
profondità in ogni particolare, la poesia e la guerra insieme,
gli sguardi di disperazione, le lacrime, i sorrisi dei bambini.
È 'Icons' di Steve McCurry, in esposizione a Campobasso, al
palazzo Gil, dal 26 gennaio al 28 aprile 2019. Una mostra,
promossa dalla Regione Molise e Fondazione 'Molise Cultura'
particolarmente attesa dopo la partecipazione di McCurry alla
kermesse 'Art festival Poietika', lo scorso settembre. Entrare
nell'esposizione significa attraversare le frontiere e conoscere
da vicino un mondo complesso, in profonda trasformazione.
Concepita da McCurry e dalla curatrice Biba Giachetti come un
concentrato di tutto il suo percorso di fotografo e umanista.
Nata per volontà di un principe contemporaneo, Alberto di
Monaco, la rassegna è stata ospite di manieri e fortezze in
Italia e all'estero, fino a conquistare il Molise.'Icons' si
presenta volutamente come un percorso fluido, non scandito da
sequenze obbligate, in grado di lasciare il visitatore libero di
muoversi tra immagini che raccontano luoghi e tempi diversi. La
selezione racchiude il grande viaggio nell'umanità che McCurry
ha intrapreso quasi 40 anni fa. Storie e particolari in un
catalogo esclusivo. Tra i volti esposti anche l'icona assoluta,
SharbatGula, la bambina afghana. È la più nota delle fotografie.
"Ho capito subito - spiega McCurry - che era un ritratto
importante per la profondità del suo sguardo, che raccontava
tutta la tristezza della condizione del popolo afghano costretto
a vivere nelle tende di questi campi profughi. Non ho impiegato
più di una manciata di secondi a fotografarla: lei guardava il
mio obiettivo, era la prima volta che era fotografata, la prima
volta che vedeva una macchina fotografica. E dopo poco è
scappata via. Sparita! Ed è così che ho scattato probabilmente
la più importante fotografia della mia vita".
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