Il reato di favoreggiamento
dell'immigrazione illegale non viene cancellato dalla successiva
adesione all'Ue dello Stato di provenienza degli immigrati: è
quanto ha deciso la Corte di Giustizia Ue in una sentenza che
vede imputati in un procedimento penale davanti al Tribunale di
Campobasso alcuni cittadini che hanno favorito l'ingresso
illegale di cittadini rumeni al tempo in cui la Romania non era
ancora entrata a far parte dell'Unione. "Secondo una
giurisprudenza della Cassazione - spiega la Corte - in base al
principio della retroattività della norma più favorevole al reo,
l'adesione della Romania all'Ue "cancellerebbe" ex post (quindi
retroattivamente), il reato commesso prima di tale adesione, in
quanto verrebbe a mancare uno dei presupposti del reato". Ma la
Corte, adita dal Tribunale di Campobasso, ha stabilito oggi che
in questo caso non si può applicare il principio di
retroattività della legge perché non c'è stato un "mutamento di
parere" da parte del legislatore circa il reato.
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