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Libri, presentato 'Il terzo incomodo'

Libri, presentato 'Il terzo incomodo'

Casacalenda,spazio dedicato all'esordio della giovane scrittrice

CAMPOBASSO, 09 agosto 2016, 17:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La scelta della solitudine, l'invasione dell'amicizia, l'incontro con l'amore sfuggente alle convenzioni, la vita e la morte: il quotidiano e multiforme imprevisto che nell'esordio letterario di Elena Marinelli prende il nome de "Il terzo incomodo" (edizioni Baldini&Castoldi). Nell'ambito di MoliseCinema, il film festival internazionale giunto alla quattordicesima edizione, la giovane scrittrice di origini molisane e milanese d'adozione ha presentato al pubblico il suo primo romanzo "finito. Nel cassetto ce n'è già pronto un altro, scritto prima ma abbandonato per questo", ha anticipato, scherzando sui disordinati percorsi della creatività, spesso attraversata anch'essa da tanti "terzi incomodi".

Di fronte a una platea di casa, nota e familiare per volti, nomi e vicende (Casacalenda è il borgo della provincia di Campobasso dove la scrittrice è nata e cresciuta proprio come il festival cinematografico che si è appena concluso), Elena Marinelli ha raccontato l'intensa storia di Teresa e del suo piccolo mondo alle prese con una serie di prove dure, durissime, alle quali la protagonista, bambina, ragazzina e giovane adulta, tenta di sfuggire in un modo tutto suo. Teresa porta dentro di sé un peso che cerca di espiare rendendosi invisibile agli altri, mai interessante per nessuno. Eccetto per Marianna, l'amica asfissiante che sceglie Teresa e che Teresa accoglie, costretta suo malgrado, dalle medie al liceo fino agli anni dell'università. Dietro, accanto, nei pensieri e nei sentimenti di queste due ragazze, diverse e simili al tempo stesso, messe ai margini dalle illogiche regole dell'esistenza, un coro di personaggi comprimari, tutti tratteggiati con una precisione delicata dalla penna di Elena Marinelli: Osvaldo, la nonna, Memè, Anna e Giorgio. Vite che si intrecciano e si riconoscono nello spazio di una provincia anonima e per questo universale, contrassegnata forse nell'essenza dal passaggio a livello all'ombra del quale è nata e si è formata la stessa Marinelli.

Poco più che trentenne, Elena Marinelli debutta con una prova di scrittura molto matura, consapevole, mai straripante ma sempre efficace, assorbente: il risultato più alto, i dialoghi. Asciutti, reali, puntuali. Una storia che prende il lettore e lo conduce, con la voce dell'io narrante, pagina dopo pagina nella formazione e nella crescita di Teresa, dove "Il terzo incomodo" insegna, per dirla alla Paolo Conte, che alla fine "si muore un po' per poter vivere".

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