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Editoria: Il Tempo; precario, andiamo a casa senza niente

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Editoria: Il Tempo; precario, andiamo a casa senza niente

(v. 'Editoria: chiude 'Il Tempo' Abruzzo...' delle 13.06)

PESCARA, 31 ottobre 2014, 14:04

Redazione ANSA

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"Andiamo a casa senza niente, senza alcuna possibilità: oggi è un brutto giorno per l'intero sistema dell'informazione, ogni voce che si spegne è un impoverimento". Lo ha detto Stefano Buda, uno dei giornalisti precari de 'Il Tempo' Abruzzo e Molise, nel corso dei funerali dell'Informazione Abruzzese.
    "Siamo finiti - ha spiegato Buda - nel ciclone della peggiore tempesta che abbia investito il nostro settore da anni. 'Il Tempo' in questo contesto presenta la punta di un iceberg: è stata decisa questa chiusura, peraltro non condivisa, che lascia senza nessun reddito e senza nessun tipo di ammortizzatore sociale decine di lavoratori, giornalisti precari del giornale, e che mette ovviamente in seria difficoltà anche i redattori, una redazione peraltro mediamente giovane, con poche persone che superano i 50 anni e che avranno delle serie difficoltà per raggiungere l'età della pensione".
    "Questo tuttavia - ha aggiunto - non è soltanto un problema per quella che è la condizione dei lavoratori precari e più in generale per i giornalisti della redazione, ma è un vulnus per la qualità democratica dell'intero nostro territorio, perché una democrazia si alimenta di pluralismo, di una varietà di voci, e ogni voce che si spegne, ogni voce che viene a mancare soprattutto in un contesto locale è una grave perdita, un impoverimento della dialettica democratica. Da questo punto di vista, purtroppo da domani sarà ancora più facile, anche controllare e regolare il sistema mediatico da parte di qualsiasi potere".
    "Comprendiamo - ha sottolineato - che ci siano delle difficoltà nel mondo dell'editoria, ma non bisogna dimenticare che in Italia, purtroppo, perché è uno dei problemi fondamentali del nostro settore, non esistono editori puri: esistono editori che hanno tratto cospicui vantaggi indiretti dalla pressione mediatica che hanno esercitato attraverso i mezzi di informazione e che da questo punto di vista devono in qualche modo rendere conto. Non è più possibile nascondersi dietro il paravento della crisi per attuare questa macelleria sociale".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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