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Sub morti: monossido carbonio in bombole e in sangue

In quantità 'letali': avvelenamento già tra ipotesi autopsia

21 agosto, 21:12
SUB MORTI: TRACCE MONOSSIDO CARBONIO IN BOMBOLE E IN SANGUE SUB MORTI: TRACCE MONOSSIDO CARBONIO IN BOMBOLE E IN SANGUE

 (ANSA) - GROSSETO, 21 AGO - Già dopo l'autopsia, il 13 agosto scorso, l'ipotesi che potessero essere morti avvelenati era stata tra quelle lasciate aperte dal medico legale. Ora, una conferma sembra arrivare dai risultati, ufficiosi (la relazione è attesa domani), degli accertamenti sulle bombole utilizzate dai tre sub umbri morti lo scorso 10 agosto durante un'immersione a 40 metri agli isolotti delle Formiche, nel mare davanti a Grosseto, e dalle analisi sul sangue: entrambi gli esami hanno riscontrato tracce di monossido di carbonio. In quantità che sarebbero letali, secondo quanto si apprende. E' stata la procura di Grosseto - che indaga sul decesso di Fabio Giaimo, 57 anni, medico anestesista di Perugia, Enrico Cioli, 37, tappezziere, e Gianluca Trevani, 36, entrambi di Bastia Umbra, il primo tappezziere, il secondo tecnico informatico, morti durante un'immersione che li aveva portati, insieme ad altri tre appassionati, in quello che è considerato un paradiso dei sub - a disporre gli accertamenti sulle bombole, eseguiti da una ditta di Osio, nel Bergamasco. Al momento sono state analizzate quelle delle tre vittime, 30 però in totale le bombole poste sotto sequestro dalla magistratura. Al momento iscritta nel registro degli indagati una sola persona, il responsabile del diving Abc di Talamone, Andrea Montrone, che avrebbe fornito l'attrezzatura. Un atto dovuto, era stato spiegato a suo tempo, per consentirgli di partecipare a autopsia ed analisi sulle bombole con un proprio consulente. Non è escluso che altri possano venire coinvolti nell'inchiesta che avrà bisogno necessariamente di ulteriori accertamenti. C'è da capire come sia stato possibile che l'aria respirata sott'acqua dalle vittime fosse avvelenata: gli inquirenti dovranno appurare se il monossido è entrato nelle bombole in fase di aspirazione grazie ad un motore oppure se si sia generato per un malfunzionamento delle bombole stesse, se l'eventuale errore sia stato umano o dovuto alle attrezzature, se si sia verificato a terra, nel diving (dove le apparecchiature sarebbero state ricaricate la notte precedente l'immersione), o se le bombole possano essere state ricaricate a bordo dell'imbarcazione con cui i sub si erano recati alle Formiche. Intanto il legale del responsabile del diving, avvocato Riccardo Lottini, ha presentato istanza per effettuare accertamenti su tutte e 30 le bombole sequestrate e anche sui computer che le tre vittime avevano al polso per le immersioni.(ANSA).

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