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A Seafuture le stoviglie bio contro microplastiche in mare

Posate e piatti compostabili da smaltire tra rifiuti organici

22 giugno, 17:48
(ANSA) - GENOVA, 22 GIU - "Fare impresa oggi significa farlo in maniera etica. Non possiamo permettere di realizzare prodotti che danneggiano l'ambiente e la salute umana". Parola di Armido Marana, dell'azienda italiana Ecozema, leader mondiale nel settore bioplastiche. L'imprenditore è intervenuto sulla nave Fasan della Marina Militare, ormeggiata nell'arsenale militare della Spezia, nell'ambito di Seafuture la manifestazione dedicata alla blue economy, in cui nella giornata dedicata agli oceani si è parlato di microplastiche e nanoplastiche: la marine litter ne è composta dall'80%. La maggior parte dei rifiuti plastici che si trovano sui litorali è costituita da prodotti usa e getta. Dagli scarti agricoli, come zucchero, olio di girasole e amido di mais "nascono le bioplastiche con le quali oggi produciamo posate e piatti compostabili" spiega Marana.

Cibo e stoviglie possono così finire nell'organico. "Un prodotto utile che non crea un danno all'ambiente. Non ci sono ancora studi certificati sull'impatto in ambiente marino, ma le prime ricerche confermano che le bioplastiche disperse in mare vengono 'assorbite' per il 97% circa in un anno". L'azienda ha iniziato negli anni '50 con la produzione di mollette in plastica per poi sviluppare, insieme alla Novamont, il settore del prodotto compostabile. "L'inquinamento dei mari da plastiche è un problema globale". Anche economico, ha spiegato Marco Faimali del Cnr. "Il mar Mediterraneo, dove c'è un'altissima concentrazione di microplastiche, vale 5600 miliardi di dollari se contiamo tutta l'economia che vi si affaccia. La questione non è la plastica come materiale: ma il problema deve essere affrontato dal punto di vista gestionale e culturale". A cominciare dal coinvolgimento dei cittadini, tramite la citizen science, e la sensibilizzazione delle aziende in tutti i settori della blue economy. (ANSA).

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