(ANSA) - GENOVA, 25 GIU - "Il 22% dei costi complessivi per
la demolizione della Costa Concordia hanno riguardato la tutela
dell'ambiente. Quindi 22 milioni dei cento totali". Lo ha
ricordato Valerio Mulas, manager dei cantieri San Giorgio del
porto e amministratore delegato di Pim, Piombino industrie
marittime, parlando al convegno sullo Ship recycling a bordo
della fregata Bergamini nel porto di Genova, nell'ambito della
Genoa shipping week. "E' stata una demolizione che può diventare
un esempio proprio per gli aspetti ambientali" ha ricordato
sottolineando che la delibera del consiglio dei ministri del
2013 definiva la Concordia come "un rifiuto, la sua demolizione
di fatto era equiparata a quella di una 500 scassata,
qualificata come un veicolo fuori uso. E questo è uno dei nodi
da sciogliere, la qualificazione come rifiuto" ha continuato
Mulas, ricordando il campionamento quotidiano delle acque, le
analisi dell'atmosfera e del rumore, nei tre anni, dal 2014 al
2017 della demolizione a Genova della nave. (ANSA).
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