Baglietto vede l'utile, il made in Italy non fallisce

 Una storia di 'made in Italy' che non fallisce la racconta Baglietto, lo storico marchio della nautica di Spezia che nel 2012 sull'orlo della bancarotta fu rilevato da Beniamino Gavio. Adesso vede il primo utile. "Per il 2018 puntiamo al pareggio o anche a un piccolo risultato positivo", conferma Michele Gavino, amministratore delegato del gruppo specializzato in maxi yacht 'su misura' e in barche del lusso veloci ispirate ai vecchi scafi militari Mas.

L'anno scorso la perdita è stata di circa quattro milioni, nel 2016 del doppio, prima molto più ampia. Ma l'azionista e il management ci hanno creduto: ora il gruppo è tra i protagonisti del rilancio di un settore che per quest'anno viene visto in crescita del 5-6%. I contrasti che hanno portato alla nascita dell'associazione di comparto Nautica italiana contrapposta all'Ucina non sono superati, semplicemente si guarda oltre.

"Se ci fossilizziamo solo sulla ricomposizione non andiamo più avanti: noi ora lavoriamo sul Versilia Yachting Rendez-vous di Viareggio, che si differenzia dal Salone di Genova per la possibilità di ospitare i grandissimi scafi e che per la sua seconda edizione, che si terrà dal 10 al 13 maggio prossimi, ha già superato i numeri dell'esordio", spiega Gavino in una presentazione del gruppo alla stampa estera a Milano. Inoltre i possibili dazi statunitensi non spaventano.

"Speriamo che tra Ue e Trump si evitino contrasti, ma eventuali veti ai compratori Usa - spiega il manager - sarebbero facilmente superabili". Comunque il gruppo, che ha già diverse commesse vendute agli armatori internazionali, inizia a guardare anche alla Cina. E comincia a parlare con i 'millennial': tra chi tratta un lussuosissimo 19 metri c'è un potenziale cliente poco più che maggiorenne. (ANSA).