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Fincatieri-Stx in stand by,si attende la proposta francese

Martedì pomeriggio Le Maire al Mef. Ok intanto a Torino-Lione

29 luglio, 21:45
FINCANTIERI-STX, ATTESA PER LA NUOVO PROPOSTA DELLA FRANCIA FINCANTIERI-STX, ATTESA PER LA NUOVO PROPOSTA DELLA FRANCIA

 (di Corrado Chiominto) (ANSA) - ROMA, 28 LUG - Il filo del dialogo non è interrotto ma il muro contro muro rimane. Per affrontare il dossier Fincantieri-Stx non ci sono al momento diplomazie al lavoro. Mentre l'Europa sembra guardare da lontano la vicenda e, al momento, esclude emergano violazioni della normativa sugli aiuti di Stato, visto che le acquisizioni delle quote non darebbero loro alcun vantaggio. Una conferma però intanto arriva dalla Francia e riguarda la Torino-Lione. La Ministra francese Elisabeth Borne, in un incontro bilaterale con il ministro Graziano Delrio, assicura infatti che "per la Torino Lione i lavori proseguono e sono confermati gli impegni internazionali". Dopo lo strappo della nazionalizzazione dei cantieri di Saint Nazaire per bloccare l'acquisizione del 66% da parte della società italiana la palla rimane in campo francese. Gli occhi sono puntati sull'incontro con il ministro dell'Economia Bruno Le Maire che martedì pomeriggio varcherà il portone di via XX settembre per incontrare i ministri italiani, Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda. E, proprio in attesa dell'incontro, il titolo ha recuperato in borsa chiudendo a +4,71%, La telefonata del presidente della repubblica francese, Emanuel Macron al premier Paolo Gentiloni ha consentito di mantenere il filo del dialogo ma non certo ad ammorbidire le posizioni. Dopo l'irritazione espressa dal comunicato congiunto Padoan-Calenda la giornata ha lasciato spazio solo a polemiche politiche. Dai dicasteri interessati si è solo fissato con precisione luogo ed orario dell'incontro. Ma - si spiega - ora spetta ai francesi fare una nuova proposta. L'esercizio del diritto di prelazione ha di fatto azzerato l'accordo raggiunto con il precedente governo ma, a detta dei francesi, il matrimonio con Fincantieri rimane ancora la strada principale da percorrere. O almeno quella che si tenterà di esplorare nei prossimi giorni. La proposta di un azionariato diviso fifty-fifty non è stata accolta dall'Italia che l'ha ritenuta, incomprensibile e inaccettabile visto che il 66% della società era controllata da una società coreana. Chiaro che Le Maire dovrà avere con se una proposta alternativa. I paletti italiani sono chiari. Scritti nero su bianco dai comunicati diffusi dal ministero dell'Economia, che è poi l'azionista di Fincantieri. Il governo italiano è pronto ad ascoltare le esigenze francesi ma Fincantieri non può rinunciare alla maggioranza azionaria e al controllo sulla società francese. Senza queste due condizioni non valgono nemmeno le altre: non vale il prezzo concordato con i coreani per l'acquisizione delle quote. Il valore delle azioni era giustificato solo dal controllo della società, senza Fincantieri non spenderà certo 79,5 milioni di euro. Ma soprattutto, senza una guida certa, non è possibile approntare un piano industriale e puntare ad avere - come era stato assicurato dalla società italiana - commesse certe per il prossimo decennio. Ma è anche possibile che Le Maire arrivi a Roma per ribadire fifty-fifty avanzando però un assetto che lascerebbe la governance, con le nomine di maggior rilievo, agli italiani. Gia' accade in altre società, come in StHolding che controlla la StMicroelectronic. In ogni caso le trattative ricomincerebbero da zero. Di certo la scelta francese di tagliare la strada al progetto di Fincantieri alimenta il dibattito politico e sindacale. Dall'opposizione si punta l'indice sul governo italiano. ''Il Pd sta svendendo l'Italia'', dice Maurizio Gasparri mentre Maria Grazia Gelmini parla di Macron incoerente e di Gentiloni debole. Di Maio dice "basta agli schiaffi" e chiede: "Gentiloni, Padoan: battete un colpo e fate rispettare il nostro Paese! O fatevi da parte''. Ma sollecitazioni arrivano anche dal maggiore ''azionista'' del governo, dal Pd: ''il governo faccia sentire la propria voce'', dice la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani.(ANSA).

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